Cassani non celebra un’unione civile gay, polemiche

Un giovane omosessuale ha chiesto la celebrazione e ha ottenuto un no. Il sindaco: "Non me la sento e credo che lo stesso valga per la mia giunta". Polemiche, accuse e applausi, mentre la lista civica Gallarate 9.9 offre a Cassani la soluzione: "Se nessuno se la sente, celebra il nostro consigliere"

passaggio di consegne Guenzani Andrea Cassani

Come annunciato già in campagna elettorale e all’indomani della Legge sulle unioni civili, il sindaco di Gallarate Andrea Cassani non celebrerà unioni. L’ha ribadito ad una persona omosessuale, C.F., che ha chiesto al sindaco un colloquio e che ha poi raccontato la sua vicenda sulla pagina Facebook Omofobia Stop.

C.F. ha raccontato la sua storia al Fatto Quotidiano, che ha dedicato alla vicenda un articolo, con la ricostruzione del giovane, la risposta del sindaco, una veloce panoramica degli interventi di Cassani nei mesi scorsi sul tema del riconoscimento dei diritti agli omosessuali.
Nell’articolo C.F. (coetaneo di Cassani, 33 anni) racconta l’esito della sua richiesta, fatta di persona al primo cittadino: «Mi sono sentito rispondere di no da parte del sindaco, con la giustificazione che il matrimonio è solo tra uomo e donna. Il primo cittadino è cosciente di aver giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo?». Cassani ha risposto al Fatto Quotidiano facendo appello ai suoi diritti («Dove iniziano i miei diritti, finiscono quelli degli altri») e ha precisato: «Riconosco i diritti degli omosessuali, ma non mi sento di celebrare l’unione tra due persone dello stesso sesso. E lo stesso, credo, valga per i componenti della mia giunta – spiega Cassani al Fatto – Se ci sarà qualche ufficiale civile disposto, nessuno negherà loro la funzione». Nell’articolo C.F. accusa apertamente Cassani di essere omofobo e riporta il giudizio molto netto sul sindaco leghista che gli avrebbe dato un sacerdote della Diocesi di Milano.

Cassani ha poi ribadito il suo pensiero nel pomeriggio: «È un mio diritto non celebrare i matrimoni omosessuali e non li celebrerò» ha detto nuovamente il sindaco. «Se avevo messo in preventivo di essere etichettato come “omofobo” dalle associazioni omosessuali, mai però mi sarei aspettato di essere bollato come “cretino” da un prete! (in riferimento ad un giudizio riportato nell’articolo del Fatto). Se questa è la Chiesa…». Ampia la solidarietà dell’elettorato, ampie le polemiche e le critiche da altri. Cui lo stesso Cassani ha risposto, via Facebook, raccontando l’incontro con il promesso sposo gay e accennando alla soluzione di delegare altri a celebrare il matrimonio: «Gli ho detto che certamente ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe provveduto a unirlo con il suo fidanzato, ma gli ho chiesto di non mettermi in imbarazzo… Io credo che una coppia che ottiene la possibilità di celebrare un’unione civile potrebbe già accontentarsi di questo senza pretendere che il sindaco (come già si sapeva) la celebri».

Se sindaco e giunta non sono disponibili, la via d’uscita potrebbe venire dalle file del consiglio comunale. E a offrire una soluzione a Cassani è arrivata la presa di posizione della lista civica locale: «La Nostra Gallarate 9.9, con il suo consigliere Rocco Longobardi, si rende disponibile alle celebrazioni delle unioni civili per le coppie che ne facciano richiesta nel nostro comune» è il messaggio diffuso in serata dalla civica. «Riteniamo che una legge dello stato vada rispettata in quanto tale e soprattutto che nessun cittadino debba vedere disconosciuto un proprio diritto sancito per legge. I diritti legali della persona vengono prima delle posizioni ideologiche e ci accostiamo a questa problematica con la mentalità del servizio alla collettività che ha sempre guidato il nostro operare». La soluzione? «Il sindaco Cassani deleghi il nostro consigliere se ritiene che nessuno dei componenti della sua giunta sia disponibile per questa funzione».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 05 Settembre 2016
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  1. Avatar
    Scritto da paola_consoli

    Gentilissimo Sindaco quando lei ha chiesto ai cittadini di votarla era ,spero, consapevole del fatto che sarebbe diventato Sindaco di tutti
    Belli brutti bianchi neri o misti omo etero
    simpatici anticipatici ricchi e poveri
    Insomma l’insieme eterogeneo di una popolazione
    Ora non si tiri indietro, non si nasconda dietro banalità
    Abbia il coraggio di essere Sindaco prima che Uomo
    Faccia di qs povera triste Gallarate una città di cui andare fieri
    (Anche sui media)
    Grazie

  2. Avatar
    Scritto da Felice

    Se il Sindaco non è d’accordo nel rispettare i diritti civili di tutti può benissimo dissentire dimettendosi dal suo mandato.
    Dimostrerebbe coerenza fino in fondo. In ogni caso NESSUN sindaco si può rifiutare dal celebrare i matrimoni civili sulla base di obiezioni di coscienza, è omissione di atti di ufficio.

    Celebrare il rito civile, previsto per le coppie dello stesso sesso, è un vero e proprio obbligo di legge che ogni sindaco dovrà rispettare, potendo semmai soltanto delegare tale compito ad altri ufficiali, come dispone l’ordinamento. In caso contrario, il sindaco potrebbe finire sotto processo per il reato di omissione o rifiuto di atti d’ufficio così come previsto dall’art. 328 del codice penale.

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