Ticino al voto. “Prima i nostri” poi i frontalieri
Vuole affermare il principio di "preferenza indigena" dei lavoratori residenti sui pendolari, l'iniziativa Udc oggetto del voto del 25 settembre
Preferire, a parità di qualifiche, i residenti rispetto ai frontalieri. È questo, in estrema sintesi, il fulcro dell’iniziativa “Prima i nostri” sulla quale gli elettori ticinesi si dovranno esprimere il prossimo 25 settembre e che è stata presentata con l’appoggio di quasi 11mila cittadini.
A proporre la “preferenza indigena”, come soluzione alla costante e crescente presenza dei frontalieri italiani (lombardi in particolare) sul mercato del lavoro del Cantone, è l’Udc, partito della destra già sostenitore dell’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa” del 9 febbraio 2014, passata in Ticino con oltre il 60 per cento dei consensi.
Nella stessa giornata i ticinesi si pronunceranno anche sul controprogetto del Gran Consiglio, il parlamento ticinese, sostenuto anche dal governo. Un modello, meno vincolante, ma che considera ugualmente il principio della precedenza ai residenti rispetto ai pendolari delle province italiane di confine. I promotori del controprogetto ritengono infatti inattuabile l’iniziativa dell’Udc e molto più concreta una soluzione più moderata.
Alla base di entrambe le proposte c’è una crescente richiesta di trovare soluzioni per contrastare il dumping salariale e ridurre la disoccupazione. Il numero dei frontalieri è cresciuto costantemente negli ultimi anni, nonostante la crisi economica e le difficoltà di molti settori. Attualmente i lavoratori pendolari sono oltre sessantamila e provengono soprattutto dalle province di Como e Varese.
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