“Un marchio per i prodotti delle riserve della biosfera dell’Unesco”

L'importante proposta durante il workshop di tre giorni organizzato dall'Appennino Tosco-Emiliano e a cui hanno partecipato diversi rappresentanti internazionali. Presente anche il ministro Galletti

Un marchio comune per i prodotti eno-alimentari che provengono dalle riserve di biosfera (aree Mab) riconosciute dall’Unesco è possibile. È una delle conclusioni a cui è giunta la tre giorni organizzata al Castello di Torrechiara (Langhirano, Parma) dall’Appennino Tosco-Emiliano e a cui hanno partecipato alcune delle 169 aree Mab presenti nel mondo. Si è tenuto infatti in questa suggestiva località il workshop internazionale, durante il quale si sono svolti numerosi incontri con un obiettivo comune: capire come promuovere i prodotti del territorio a cui appartengono le aree riconosciute Mab (Men and Biosphere) dallo stesso Unesco.

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In chiusura della manifestazione, il 1° settembre, ha partecipato anche il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti: «La valorizzazione dei parchi oggi è sotto gli occhi tutti, diventano sempre più internazionali e questo sta portando a un cambiamento della governance degli stessi. Ne consegue una nuova legislazione da parte dello Stato. C’è una nuova legge sul tavolo che va proprio in questa direzione. È un traguardo che possiamo raggiungere e la nuova legge è uno strumento che servirà molto per la valorizzazione dai parchi che può essere uno strumento importante per attrarre investimenti privati. Ma serve anche un investimento del pubblico. È quello a cui stiamo puntando. Oggi l’ambiente è uno dei fattori fondamentali della produzione, che faranno la differenza sulla nuova economia».

Incontro tra le riserve della biosfera

L’incontro di chiusura della manifestazione è stato aperto da Peter Dogse, responsabile del programma Mab Unesco: «È impossibile riassumere quanto siano stati importanti questi giorni per il nostro programma. Questo meeting ha portato avanti l’importante tema del branding attraverso le specialità enogastroniche che fanno parte di queste aree. Oltre alle presentazioni, abbiamo tenuto discussioni molto vivaci e accese. Ci siamo concentrati sulle tematiche dell’etichettatura e del branding. La questione di definire un marchio, un processo di branding per questi prodotti, è un iter molto complicato, sia a livello legislativo e che a livello di coordinamento. Una delle colusioni che possiamo trarre è che abbiamo bisogno di riflettere con attenzione e chiarire cosa vuol dire per noi “Sviluppo sostenibile”»

Incontro tra le riserve della biosfera

«In questi giorni abbiamo condiviso modelli eccellenti di branding e abbiamo compreso che questi sistemi di certificazione che possono essere di grande supporto ai nostri obiettivi – ha proseguito Dogse -. Abbiamo concluso e compreso la grande forza che ha un sistema di certificazione e di branding. Il nostro obiettivo è puntare e promuovere adeguatamente questa eccellenza delle aree Mab, attraverso un marchio per i prodotti delle nostre biosfere. In concreto, noi dell’Unesco cercheremo di stilare un documento, un disciplinatore, con i criteri a cui tutti dovranno fare riferimento per i prodotti gastro-alimentari di elevata qualità. Le riserve di biosfera sono il nostro futuro, portando le tradizioni radicate nel territorio nel nostro futuro. Sono un motore fondamentale e dobbiamo essere capaci di sfruttarlo in maniera sostenibile».

L’incontro di chiusura è poi proseguito con un dialogo tra il giornalista Paolo Liguori e  Fausto Giovanelli, coordinatore dell’Appennino Tosco-Emiliano, insieme ad Agostino Maggiali, presidente dei Parchi del Ducato. «Avrà un marchio, il brand, non solo chi produce bene da mangiare – ha spiegato Giovanelli -, ma anche chi avrà cura del territorio. Non ci accontentiamo della bellezza del paesaggio, ma vogliamo avviare la sfida di promuovere queste aree in maniera sostenibile per il futuro». Sulla stessa linea anche Maggiali: «In questa maniera si va nella direzione di garantire a questi territorio una maggiore sicurezza ambientale. Si deve sottolineare un nuovo modo di essere parchi, che non svende la natura, ma si mette al servizio dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 01 Settembre 2016
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