“Fumo l’ultima”, Bianco all’Ohibò

Una serata di musica, ricca di emozioni all’Ohibò di Milano. Il cantautore Bianco ha fatto tappa giovedì sera nel locale milanese per una delle quattro date che chiudono un anno e mezzo di concerti in giro per l’Italia. Un arrivederci al suo pubblico, che precede il periodo di studio e lavoro che l’artista dedicherà al suo nuovo album.

Un concerto di chiusura ma non per questo meno coinvolgente e spettacolare. Sul palco in giacca e cravatta, Bianco è stato il protagonista di “un appuntamento” tra vecchi e nuovi amici per condividere il percorso di questi anni e prendere lo slancio prima di iniziare nuove avventure. Proprio come in “Una città per cantare“, cover con la quale l’artista ha aperto la serata, traduzione italiana di “The Road” e resa celebre da Ron nel 1980.

Una scaletta per rivivere, tappa dopo tappa, tutta la carriera di un giovane artista che negli anni è stato capace di farsi spazio nel mondo della musica, senza scendere a compromessi e portando al pubblico la sua arte e le sue canzoni.

“Splendidi” e “Raccontami”, pezzi che risalgono al suo primo album “Nostalgina”, per incominciare e poi un salto nel presente con “Guardare per aria”, che rompe definitivamente il ghiaccio e fa iniziare la grande festa dell’Ohibò.

Intanto il pubblico è attento, presente. Gli affezionati sanno a memoria anche brani come “Jpg“, «Davvero la conoscete? Non me l’aspettavo, grazie» dice il cantautore, e si emozionano su brani come “Volume“, “Drago“, “Corri Corri” racchiusi nell’ultimo album “Guardare per Aria”.

A chiudere una serata praticamente perfetta arrivano attesissime “Mela” e “Le stelle di Giorno“. Nel mezzo anche la toccante “Almeno a Natale” e poi “La strada tra la terra e il sole” e “Le dimensioni contano“. Una scaletta lunga un’ora e mezza che si ripeterà stasera a Bologna (Locomotiv Club, ore 21.30) e poi a Torino per il gran finale il 14 ottobre (al Cap10100).

Bianco sarà poi impegnato nel tour di Niccolò Fabi, in giro per l’Europa, prima di tornare con i suoi nuovi pezzi. (foto ChiaraMeiph)