Non smantellate le sezioni provinciali della polizia postale

I segretari Giorgio Saporiti del Silp Ggil e Francesco Cianci di Uil Polizia chiedono al ministero di non razionalizzare ulteriormente i vari presidi territoriali della polizia postale

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I sindacati di polizia, Silp Cgil e Uil polizia, protestano contro il nuovo progetto del ministero dell’Interno per la riduzione dei presidi territoriali di polizia. In particolare il progetto riguarda la soppressione di gran parte delle sezioni provinciali della polizia postale e delle comunicazioni. «Si tratta di organismi che per l’altissimo livello di competenza tecnica che hanno saputo sviluppare grazie all’attuale organizzazione – spiegano i due segretari provinciali, Giorgio Saporiti e Francesco Cianci – svolgono per l’intero ambito provinciale una funzione essenziale sia in tema di contrasto alla criminalità informatica, sia in tema di prevenzione, attraverso la formazione degli operatori del settore educativo, in particolare quello giovanile. Non solo per la capillarità con cui i nuovi sistemi di comunicazione elettronica si sono diffusi ad ogni livello, ma anche per l’importanza che sono venuti ad assumere nella quotidianità di ognuno, è invece evidente che questa è la linea da cui passa la nuova frontiera per la protezione dell’individuo dalle forme di criminalità più ignobili, quelle che entrano nelle case, nascoste fra le pieghe della tecnologia».

Secondo i sindacati, sono i dati dello stesso ministero dell’Interno a evidenziare che i reati commessi attraverso i sistemi informatici sono in forte crescita in tutto il Paese.  «Ci sarebbe bisogno di potenziare la lotta a questa specializzazione criminale attraverso un’attività di polizia – continuano Saporiti e Cianci – almeno altrettanto capace e specializzata, come appunto la Polizia Postale e delle Comunicazioni. La nostra preoccupazione nasce dal fatto che mentre il ministero dell’Interno ha scelto di indebolire le sezioni di Polizia Postale come quella di Varese, andando addirittura verso il loro smantellamento, nessuno dei reparti territoriali delle forze di Polizia abbia in questi anni neppure lambito lo stesso livello di know-how né la stessa capacità di tenere aggiornate le tecniche e le dotazioni nel vorticoso campo dell’evoluzione tecnologica. Il rischio è che al di là delle rassicuranti formule declaratorie che possiamo già oggi prevedere, in nome di questa “razionalizzazione” venga in realtà soppresso un presidio che racchiude un patrimonio professionale esclusivo, che andrebbe invece potenziato in quanto strategico per la difesa dell’intera comunità provinciale».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Novembre 2016
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