Paolo Rossi, da “Sei di Gallarate se” alla candidatura per la consulta
Si presenta per la consulta Ronchi-Centro, forse la più particolare perchè unisce il centro città alla periferia residenziale con meno identità definita

Paolo Rossi, 43 anni, imprenditore, residente ai Ronchi, si candida alle consulte rionale per la Consulta Ronchi-Centro. «È la prima volta che mi candido, la prima volta che mi metto a disposizione per la città» spiega Rossi, che è anche amministratore della frequentata pagina Facebook “Sei di Gallarate se…”.
«Con la consulta voglio confrontarmi, portare avanti progetti per il quartiere, avere rapporti con l’amministrazione per seguire i diversi problemi». La consulta Ronchi-Centro è forse quella più anomala, perché unisce il centro storico – che ha una sua evidente specificità – con un quartiere residenziale che invece ha una identità meno marcata rispetto ad altri quartieri storici come Arnate o Cedrate. «Di Ronchi conosco bene la realtà, in sinergia con le persone che saranno elette nel centro sono convinto che si possa migliorare su molti aspetti».
Da quali problemi partire? «Sicuramente dal punto di vista della qualità delle strade: stabilire una lista di priorità è necessario. Sicuramente dalla sicurezza stradale, perchè ci sono tratti problematici come via Sciesa – specie nel tratto in curva- o via Padre Lega: anche al tour del sindaco nel rione è stato segnalato da più di una persona, ho avurto modo di vederlo avendo partecipato. Poi ci sono le aree verdi e i parchi, in centro e anche a Ronchi, nel caso di Ronchi in particolare c’è il parco per cani, che deve essere uno spazio sicuro e accessibile a tutti».
Qui troverete man mano tutte le interviste ai candidati alle consulte
Una proposta in particolare? Di certo Rossi ha in mente il controllo di vicinato: «mi piacerebbe attivarlo a partire da Ronchi, magari anche nella forma di controllo informale in gruppi whattsapp. Faccio l’esempio dell’ultimo furto avvenuto a Ronchi, sono stato avvisato poco dopo con un messaggio su Facebook e abbiamo pubblicato su “Sei di Gallarate se”: e se ci fosse uno strumento di condivisione come il gruppo Whattsapp ci sarebbe stata una reazione più pronta».
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