La Lega in Provincia chiede l’adesione alla “settimana di mobilitazione”
Longhin: «Per la prima volta in Italia siamo di fronte ad una vera e propria “rivolta” degli Enti Locali e non solo a parole ma con atti giudiziari contro il Governo»

Continua la battaglia territoriale della Lega Nord provinciale. Dopo aver proposto nei giorni scorsi al consiglio provinciale la presentazione di un esposto cautelativo contro lo Stato e aver protocollato in molti Comuni la richiesta di “rimborso” relativa alla spending review del 2013 giudicata illegittima dalla Corte Costituzionale, il gruppo provinciale si allinea alle richieste del direttivo UPI (Unione Province Italiane) per la “settimana di mobilitazione delle Province a difesa dei diritti e della sicurezza delle Comunità e dei territori”.
«Da anni diciamo che la riforma Del Rio non funziona – a parlare è Giuseppe Longhin, capogruppo in consiglio provinciale – mi fa specie che ora gli stessi estimatori della prima ora si schierino con il territorio, più forse per una presa di posizione dovuta alle prossime amministrative che ad una vera presa di coscienza».
«Il presidente Variati – continua Longhin – chiede alle Province di presentare un esposto cautelativo contro lo Stato, cosa che noi abbiamo fatto prima della sua richiesta, per richiedere i denari fondamentali a salvare le province dal default. Mi viene da sorridere a pensare all’amministrazione provinciale, al presidente Gunnar Vincenzi o al capogruppo Paolo Bertocchi che dovranno praticamente affermare che i problemi sono dovuti ai tagli della Del Rio e non al fantomatico buco di bilancio della passata amministrazione, il buco lo ha fatto Matteo Renzi. Per la prima volta in Italia siamo di fronte ad una vera e propria “rivolta” degli Enti Locali e non solo a parole ma con atti giudiziari contro il Governo».
«La questione settentrionale – interviene Matteo Bianchi, segretario provinciale Lega Nord – sta tornando al centro non solo della nostra attenzione, proprio in questi giorni sono stati rivisti i coefficienti di riparto dei fabbisogni delle Province e si torna a parlare di costi standard. Il fatto politico è più che degno di nota: il PD ha fallito la riforma e a dirlo sono gli stessi rappresentati eletti nel PD».
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