Animali morti in autostrada, sotto processo allevatore e autista
Processo a un negozio di Varese, l'accusa è di aver organizzato un trasporto nel Sud Italia con maltrattamenti e abbandono

Maltrattamento e abbandono di animali, ricettazione, falsità ideologica in atto pubblico. Sono i reati contestati a due uomini in un processo in corso al tribunale di Varese, davanti al giudice Anna Azzena. Sul banco degli imputati un 85enne e un 51enne: il primo è l’ex titolare di un negozio di animali di Varese, il secondo è invece un trasportatore che il 22 dicembre del 2013 effettuò un viaggio con alcuni animali che il negozio aveva contrattato di vendere a diversi commercianti della penisola e con destinazione finale Scicli in Sicilia. Il furgone fu bloccato nei pressi di Bologna dalla polizia stradale e furono contestate al trasportatore alcune violazioni.
Secondo le accuse i due avrebbero organizzato il trasporto di 582 animali, di diverse razze e taglie (mammiferi, uccelli, rettili e altri) quasi tutti stipati “in gabbie inidonee al loro trasporto, in condizioni precarie e pericolose per la loro salute e sopravvivenza”. La procura di Varese sostiene che gli animali erano detenuti in condizioni generali di stress che provocarono stati evidenti e più o meno accentuati di malessere. E inoltre che il furgone adibito al trasporto non era idoneo per l’effettuazione di un viaggio simile in quanto non disponeva di adeguate rampe di carico e scarico, di corretta ventilazione, di attrezzature per far bere gli animali. Infine il mezzo non era autorizzato per un viaggio, come quello in questione, superiore alle 12 ore.
Sempre secondo le accuse, ad esempio, i due daini non disponevano di acqua e la cassa adibita al loro trasporto aveva dimensioni tali da non permettere agevolmente la stazione eretta degli animali. Gli otto polli combattenti erano custoditi in una gabbia di plastica sporca di sangue delle dimensioni di 98 centimetri per 58 e presentavano diverse ferite sulla testa. I due nandù erano custoditi in una gabbia in legno di centimetri 83 per 43 per 126. Le quattro bufaghe erano stivate in due gabbie di legno delle dimensioni di cm 36 centimetri per 27 per 12 e presentavano ferite sul becco. Un pappagallo chiamato ara chioroptera aveva del forte malessere per la gabbia piccola. Alcuni animali all’atto del controllo erano già morti. Altri morirono dopo il sequestro. Per lo stress?
Secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Patrizia Esposito, le cose non stanno così. Il giudice ha interrogato in aula il trasportatore che si è difeso spiegando che quel giorno faceva freddo e che trascorsero diverse ore tra il blocco e il momento in cui gli fu ordinato di portare il carico presso un rifugio, a seguito del sequestro. In quelle ore non potè accendere il furgone e gli animali presero freddo.
Nella vicenda si è costituita parte civile l’associazione animalista Enpa e in aula l’avvocato Sonia Montalbetti ha spiegato che quel viaggio era ben superiore alle 12 ore e che molti animali erano feriti. Va detto che oltre a quelli citati, vi erano molti animali di piccola taglia come topini, camole, grilli. Ma anche quattro pitoni.
In aula il pm Antonia Rombolà ha chiesto come pena 20mila euro di multa per i maltrattamenti e l’abbandono, 2 mesi per il presunto falso di autocertificazione sull’utilizzo del mezzo, mentre ha richiesto l’assoluzione per la ricettazione delle anatre con le ali tarpate. Sentenza a maggio.
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