Venti sindaci in tricolore per protestare contro la chiusura notturna del valico

I Sindaci del territorio del Piambello ed il Presidente della Comunità Montana si sono schierati davanti al valico di Cremenaga nell'ora in cui è stato chiuso per la prima volta

Venti sindaci in tricolore schierati davanti al valico di Cremenaga nell’ora in cui è stato chiuso per la prima volta, alle 23 di sabato primo aprile 2017,  per “rappresentare” il proprio dissenso.

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Cremenaga: la protesta dei sindaci 4 di 20

Dissenso, contro un provvedimento preso in modo unilaterale dalle autorità elvetiche, senza nemmeno una comunicazione ufficiale ai sindaci del territorio, ma anche indignazione per non aver ricevuto riscontri oggettivi dal Governo, interessato nella persona del Prefetto di Varese, in merito alla chiusura notturna dei valichi minori.

Alla manifestazione erano rappresentati tutti i venti comuni della Comunità montana del Piambello, c’erano il presidente Maurizio Mozzanica, l’assessore Maria Sole De Medio, tutto il consiglio comunale di Cremenaga, il sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino che è anche presidente dell’associazione Comuni di frontiera, e anche diversi cittadini.

«L’assenza di qualsivoglia comunicazione di eventuali decisioni condivise con il Governo della Confederazione o, al contrario, il non rendere partecipi le Amministrazioni locali dell’assoluta unilateralità della scelta elvetica, induce a una percezione per gli Amministratori, ancora più marcata, che le zone di confine siano terra di nessuno – spiega il comunicato congiunto siglato dai sindaci, letto dal sindaco di Cremenaga Domenico Rigazzi durante la manifestazione notturna – Inoltre vi è viva preoccupazione per i cittadini frontalieri se fosse avvalorato il fatto che coloro che sottoscrivono accordi in nome e per conto del Popolo Italiano non si premurano di verificare che gli stessi siano rispettati. Ancora peggio sarebbe poi se coloro che snocciolano garanzie verbali a tutela dei lavoratori italiani all’estero, non intendessero prendere atto che i maggiori presupposti che sostanziano la dignità dei lavoratori, oggetto di accordi in materia fiscale, possano non essere tenuti qui in debita considerazione».

Una manifestazione che li ha visti in fascia tricolore, anche per dare un messaggio alla vicina Svizzera: «Richiamando le ultime incresciose e note vicende di offesa al popolo italiano da parte di alcuni esponenti politici svizzeri, l’immagine delle fasce tricolori davanti ai cancelli chiusi sono il poco che Sindaci ed  Amministratori, rappresentanti locali dei cittadini, possono fare per tutelare la dignità degli stessi ed in particolare dei frontalieri, anche perché disonestà e delinquenza non siano additate come prerogativa del territorio italiano».

Alla pacifica manifestazione hanno partecipato anche diversi cittadini. «Mi sembra un brutto sogno – ci dice Eduardo Brocca Toletti, di Cremenaga – Sono dispiaciuto per noi, ma anche per i cittadini svizzeri: abbiamo bisogno uno dell’altro e invece si chiudono cancelli e si tirano su barriere. Una cosa che non sta ne’ in cielo ne’ in terra».

Diversi gli automobilisti che a partire dalle 23 sono rimasti sorpresi dal trovare chiuso il valico, e che del provvedimento non sapevano nulla. I primi a dover fare retromarcia, ironia della sorte, due ragazzi ticinesi che venendo dall’Italia non hanno potuto entrare… in casa loro, e hanno dovuto fare il giro dalla dogana di Lavena Ponte Tresa.

Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Aprile 2017
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    Scritto da Felice

    La Svizzera si sta dimostrando quello che è: un piccolo paese che cerca sempre al di fuori di sé le cause dei propri malesseri e mal di pancia, un paese che per decenni è vissuto bene grazie ai numeri correntisti esteri e che ora si trova a dover profondamente cambiare, che fa leva su partiti populisti per inscenare tali pagliacciate.
    Mi chiedo quale sia il suo ruolo politico della Svizzera nel pieno centro dell’Europa?
    Comunque chi di populismo ferisce di populismo perisce….la storia darà ragione a questa mia teoria. So solo una cosa ….che da me non vedranno più un € come turista. Molto meglio i nostri laghi pieni di storia , ville e giardini che le loro asettiche ma deprimenti località turistiche.

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      Scritto da Barloch

      ah ha ah … roba da zelig, bravo avanti così

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    Scritto da lenny54

    Se sulla decisione unilaterale si potrebbe essere d’accordo, sulla chiusura ci vedo solo populismo e demagogia. A 3,5 km e’ aperto il valico di Ponte Tresa e a soli 1,5 km quello di Fornasette, ma va di moda protestare (cosi’ come in Puglia, per 200 ulivi trapiantati su mezzo milione presenti nella regione si fanno le guerre e le ingenti spese di sicurezza le paghiamo poi ancora noi) Giacche’ ci siamo torniamo allora all’Italia del Medio Evo e dei Comuni, ai localismi, campanilismi, ai feudi, ecc. Il mondo evoluto pero’ va da un’altra parte!

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