Una mattina alla Rasa e una domenica alla Tagliata

Il consueto reportage naturalistico del martedì del nostro lettore Teresio Colombo

Teresio Colombo Rasa Tagliata

Il consueto reportage naturalistico del martedì del nostro lettore Teresio Colombo

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Escursione naturalistica alla Rasa e alla Tagliata 4 di 17

CONTINUA LA MATTINATA ALLA RASA E LA DOMENICA ALLA TAGLIATA

Continua il giro iniziato Il 29/4 alla Rasa di Varese, dopo aver trovata l’orchidea tridentata ho proseguito nella ricerca di altri fiori da fotografare e subito dopo vedo alcune Poligale piemontesi (Polygala pedemontana)(01)meno appariscenti del falso bosso anche se della stessa famiglia e, come afferma il Dr. G. Peroni nel suo Prontuario pratico di Fitoterapia e terapie naturali, tutte le poligale contengono sostanze che favoriscono l‘espettorazione; il prato scende fino al sentiero spezzando la discesa con diversi gradoni sui cui margini si vedono alcune piante di Salvia comune (Salvia pratensis) (02) lamiacea che comunemente si ritrova nei prati di tutto il territorio varesino; in vicinanza ad un orto si trova il Cotognastro orizzontale (Cotoneaster orizzontalis) (03) una rosacea d’importazione dall’estremo oriente e comunemente coltivata nei giardini; ai margini di questo cespuglio si trovano alcuni esemplari di Euforbia cipressina (Euphorbia cyparissias) (04) dai caratteristici fiori che dal colore inziale giallo zolfino diventano, successivamente, arancioni e poi rossi; nelle rive più sotto si vede qualche Narciso selvatico (Narcissus poeticus) (05) purtroppo con pochi esemplari nelle vicinanze che sta ad indicare che il prato è meta dei cinghiali che si nutrono anche dei bulbi di questa amarillidacea; con un certo anticipo rispetto al previsto si trova già in fiore la Silene ciondola (Silene nutans) (06) una cariofillacea che questa volta è contemporanea alla leguminosa Vulneraria comune (Anthyllis vulneraria) (06) tanto da essere ripresi in una foto solamente, questa pianta deriva il nome dalla proprietà delle sostanze contenute di facilitare la guarigione di ferite o piaghe; sempre nello stesso prato si trova in piena fioritura un arbusto di Biancospino comune (Crataegus monogina) (07) che è stato curato nella crescita perché questa rosacea prende normalmente un assetto a cespuglio e solo eccezionalmente assume una caratteristica simile ad un piccolo albero; a questo punto decido di uscire dal prato ma prima vogli fotografare l’Aquilegia scura (Aquilegia atrata) (09) questo bel esemplare di ranuncolacea; devo dire che questo prato merita una visita a cadenza settimanale per tutto il periodo delle fioriture perché sono pronte quella del dittamo, le orchidee di almeno 3 tipi e molte altre piante. Anche il sentiero merita molta attenzione non per il traffico ma per la vegetazione che lo circonda e gli immancabili ricordi storici che questi luoghi suscitano; ecco i residui di una vecchia siepe di Crespino, i cui fiori non sono ancora aperti, il fiordaliso di montagna che è fiorito anche se con un solo esemplare ma è troppo in alto per fotografarlo: Bando a queste cose mi accorgo della presenza di due tipi di: Falsa ortica gialla (Lamium galeobdolon)(10) e Falsa ortica bianca (Lamium album) (11) che in verità hanno in comune con le ortiche solo la forma delle foglie, malgrado i botanici abbiano distinti in generi diversi distinguendo le lamiacee dalle urticacee spesso mi è capitato di dare esempio che si trattasse di falsa ortica accarezzando la piantina di fronte agli increduli per dimostrare che i diversi “lamium” non hanno il potere urticante; sempre sul sentiero ma ormai vicino alle case più periferiche mi vedo qualche esemplare di Veccia dolce (Vicia sativa)(12) una leguminosa abbastanza comune.
Il giorno 30 essendo domenica la figlia maggiore dice di venire con noi offrendoci il passaggio con l’auto e scegliamo di andare verso la ex cascina Tagliata, arrivati poco più sopra alla via Molinetto lasciamo l’auto per proseguire a piedi così colgo l’occasione per mostrare a mia figlia l’uva di volpe (Paris quadrifolia) ancora in piena fioritura, mia moglie nel frattempo ha adocchiato un arbusto in piena fioritura si tratta di una Fusaggine (Euonymus europea) (13) una celestracea assai diffusa nella parte nord della provincia; poco più avanti sono attratto da alcuni cespugli di Felce lonchite (Polystichum lonchitis) (14) che, se fosse esatta la classificazione, si aggiungerebbe alle altre 2 stazioni rilevate da Adalberto e Gabriele Peroni nel libro: Le pteridofite della provincia di Varese; finalmente arrivati ai prati della Tagliata invasi da gruppi di scout che stanno organizzando la propria giornata all’aperto, prima di lasciare questo posto vedo di scattare le foto al Barba di becco pratense (Tragopogon pratensis) (15) una composita assai diffusa nei nostri prati ed al Trifoglio montano (Trifoleum montanum) (16) dalle caratteristiche foglie allungate e verticillate. La moglie si sofferma a guardare lo stagno della Tagliata e con una certa meraviglia nota la presenza di numerosi girini di rana ancora molto piccoli ma dei quali non abbiamo precedentemente viste le uova gelatinose, anche i tritoni non riusciamo a scorgerli decidiamo di scendere passando dal sentiero lungo il bosco, è terminata la fioritura del mirtillo, anche i Mughetti (Convallaria majalis) (17) la liliacea che dovrebbe avere il massimo sviluppo nel mese di maggio è quasi completamente appassita ma ne trovo finalmente uno da fotografare; finalmente stiamo per arrivare all’auto quado vedo un esemplare di Latte di gallina (Ornithogalum umbellatum) (18) una liliacea molto diffusa nei nostri prati e boschi.

Teresio Colombo

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Maggio 2017
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