Fabio Castano e l’incubo del mondo senza poesia
Scrittore gallaratese 34enne, ha ottenuto un riconoscimento al premio Bukowski di Viareggio con il racconto "Referendum". Che con ironia immagina un futuro tecnocratico senza emozioni (ma con sorprese)
Un futuro senza emozioni, dove la poesia è stata bandita per decisione del popolo (ma in cui qualcuno ancora la rimpiange). È l’idea su cui viaggia il racconto “Referendum”, con cui il gallaratese Fabio Castano ha ottenuto un premio speciale alla quarta edizione del Premio letterario nazionale Charles Bukowski.
Un bel riconoscimento per un trentaquattrenne che si è buttato con tutto sé stesso per seguire la passione per la scrittura. La premiazione si è tenuta sabato 24 giugno al Liberty Cafè di Viareggio, città sede del concorso che omaggia la figura dello sregolato scrittore americano. ll’edizione del “Bukowski” di quest’anno hanno partecipato 710 autori da tutta Italia, suddivisi in tre categorie: poesia inedita (230), racconto inedito (293), romanzo inedito (187).
La giuria, presieduta da Simona Viciani – traduttrice ufficiale per l’Italia di Bukowski, nella foto con Castano – e composta dalla professoressa Rosa Galli Pellegrini e dal giornalista Michele Nardini, ha premiato il racconto dello scrittore gallaratese. Una novella che immagina un futuro prossimo (nel 2061, “inversione” di 2016, piccolo omaggio al tirannico “1984” ideato da George Orwell nel 1948) in cui le emozioni sono sempre più messe al bando. Così la trama viene descritta dalla giuria:
Anno 2061: un Referendum bandisce per sempre la poesia. Le biblioteche spariscono, i libri sono messi al bando, forse un omaggio dell’autore a Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Un marchingegno avveniristico permette di cancellare le emozioni proiettando la società in una vita robotica che tende a una vacua sterile perfezione. Racconto ironico e sagace che fa riflettere sulla società odierna sempre più frenetica, che lascia sempre più spazio ai computer, alle macchine e sempre meno ai sentimenti, alle relazioni umane. Un mondo più efficiente, con sentimenti ghiacciati e molta poca poesia.
Non tutti ovviamente si arrendono al mondo senza emozioni. E la contraddizione e il fascino del proibito sono in agguato, anche dove non ce lo si aspetterebbe. «È un racconto ironico per mostrare la deriva tecnologica della nostra società, mostrando che al contrario relazioni e poesia sono irrinunciabili per la nostra vita». Castano, nel 2015, era già stato tra i finalisti del premio, ha poi ottenuto altri riconoscimenti al festival Mirella Ardy di Sestri Levante (vincitore nel 2014, tra i segnalati nel 2013) . In seguito alla prima finale ha pubblicato la raccolta di racconti Trentasette passi e poi la luna con la casa editrice viareggina Giovane Holden Edizioni, organizzatrice del premio (il libro è in vendita su Amazon, Ibs e altri negozi online, ha poi anche una pagina Facebook dedicata). «Ho iniziato a scrivere a quattordici anni, ho continuato nel tempo e dopo il 2015 l’impegno è diventato più serio» spiega Fabio, che ha lavorato come animatore in una comunità per minori e in una casa di riposo. Oggi si dedica con passione alla scrittura. «Sto lavorando al mio secondo libro, una raccolta che uscirà a breve».
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