“Gli orari della movida, una scelta più permissiva”

Nel regolamento precedente le cosiddette “attività rumorose e incomode” avrebbero dovuto rispettare orari ben più stringenti di quelli attuali, ovvero terminare alle 19.30 o alle 20.30 a seconda del periodo dell'anno

Cocchiere Malerba

Riceviamo e pubblichiamo

Leggiamo con stupore alcune prese di posizione in merito al nuovo regolamento di polizia urbana.
Nella fattispecie siamo rimasti sorpresi dalle polemiche sulla cosiddetta movida. L’allarmistica presa di posizione di alcuni esponenti dell’opposizione ha voluto descrivere il nuovo strumento come un modo per “silenziare” i giovani. Nulla di più sbagliato.

Con il nuovo regolamento si supera, anzi, il precedente – datato 1970 – che contiene ben altre limitazioni sul tema: scadenze orarie e divieti che, se mantenuti, avrebbero pesantemente nuociuto alla vita della città di oggi, ben diversa dalla Varese di 47 anni fa. Basti ricordare due esempi che denotano i passi avanti introdotti da una amministrazione che desidera una città sempre più viva e vitale. Nel regolamento precedente le cosiddette “attività rumorose e incomode” avrebbero dovuto rispettare orari ben più stringenti di quelli attuali, ovvero terminare alle 19.30 o alle 20.30 a seconda del periodo dell’anno. Inoltre esso già dopo le 22 vietava schiamazzi, canti e il vociare in gruppo.

In una situazione del tutto mutata tali regole non potevano più essere mantenute, costringendo l’amministrazione a comminare multe insensate o le attività a non poter operare, da qui l’esigenza di una revisione degli orari ben più permissiva, pur nel rispetto delle esigenze dei residenti ed in perfetta linea con quanto applicato in città turistiche come Roma, Firenze o Milano.

Oggi, infatti, i titolari di pubblici esercizi devono semplicemente assicurarsi che fra le 23.00 (o 24.00 nel fine settimana) e le 7.00 l’attività svolta all’interno del locale non sia di disturbo all’esterno e che gli spettacoli dal vivo terminino entro la medesima ora salvo deroghe ovviamente sempre possibili. Regole più flessibili e finalmente applicabili.
Nessuno sta “silenziando” la movida, gli esercenti stiano tranquilli e non credano agli allarmismi di chi, per qualche titolo di giornale, ha parlato di coprifuoco, fuga da Varese e altre fantasie che (quelle sì) danneggiano la nostra città. Si sta invece cercando di trovare il giusto compromesso fra la quiete pubblica e il divertimento di tutti. Ciò non vuol affatto dire che non si possa più bere, stare in compagnia fino alle 4 del mattino o che non si possa ascoltare musica dopo le 24. Si chiede solamente di prestare attenzione in una certa fascia oraria, così da considerare anche le esigenze di coloro che vogliono riposare. E questo non vuol dire coprifuoco ma buonsenso.

Maria Paola Cocchiere
Alessandro Pepe
Giacomo Fisco

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Luglio 2017
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