Da Zagreb a Drova, continua il viaggio in bici

13esimo giorno per il viaggio di Marco che è arrivato a Drova. Ecco il suo racconto

Tappa 14, in bici in Ungheria di Marco Zanini

Giorno 14

Zagreb>Drova 73km △631m

Tappa facile, ma dai risvolti frizzanti.
Lascio Zagabria alle 6:00, prendendomi del matto, la sera prima, dai miei compagni di camera croati. Ho tentato di spiegare quanto è bello vedere l’alba, uscire da una città in punta di piedi quando ci sono solo i panettieri aperti. Quanto è poetico quel silenzio e quella luce e quel fresco che ti sveglia. Abbiamo sicuramente due visioni di vacanza diverse, ma capiscono (o meglio, compatiscono?).
Mi dirigo subito verso sud e mi immergo nella periferia. Dopo aver attraversato assi viari enormi (a quest’ora vuoti), binari e il fiume Sava sono a Novi Zagreb per vedere Super Andrjia.
Hanno avuto l’accortezza di cingere questa gigante mole di cemento grezzo (brut in francese, da cui brutalismo) con un parco, per cui diventa impossibile da fotografare (con il mio cellulare), ma parecchio suggestivo. Meritano una visita gli edifici sovietici decorati da tag e murales a Zagreb. Peccato ieri, che a causa della pioggia, abbia dovuto ridurre il mio giro esplorativo.

Lascio definitivamente Zagreb e mi avventuro nelle campagne croate. Avventurarsi è la parola giusta perché finisco nel nulla più assoluto. Il tracciato definito con “ride with gps” (un app molto utile) prevede di attraversare alcuni binari e sbuco in un luogo strano: una radura attraversata da una strada drittissima. Trovo un cartello di divieto di entrata (penso per le macchine) e percorro questi 5/10km di strada sterrata dritta. Ogni tanto vedo caprioli e torrette di avvistamento per cacciatori…mmm…rifletto…ma non saro mica in qualche sorta di riserva di caccia? Mi sembra di essere all’interno di una scena di Stalker di Tarkovsky. (https://youtu.be/xB7jVTut3-g) La nebbia si alza, non vedo più nulla e la mia pedalata si fa più svelta. Finalmente la strada. (non ho mai desiderato cosi tanto la presenza di una strada asfaltata con macchine)
Dopo una ventina di chilometri nella nebbia arrivo a Karlovac. Più famosa forse per la birra Karlovacho, ma anche perché Nikola Tesla, serbo (ora croato), visse e fece il ginnasio in questa città. È stato un uomo geniale “l’uomo che inventò il ventesimo secolo” e che pensava che l’elettricità fosse disponibile per tutti già in natura. Mi aspettavo qualche mostra, ma purtroppo nulla.
Mi fermo davanti a un fiume dall’acqua trasparente ai piedi delle Alpi Dinariche che domani valicherò e poi mare.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Agosto 2017
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