Cattaneo: “Io sto con il centro destra per una politica nuova”

L'esponente di Alternativa Popolare prende posizione dopo la spaccatura del suo partito. "Cominciamo da subito a lavorare a quella Federazione Liberal Popolare che io auspico da mesi"

raffaele cattaneo

Cosa succede ora, dopo la Direzione Nazionale di AP, che ha sancito una “separazione consensuale” tra due visioni alternative e ormai inconciliabili?

Sono state sancite – in modo civile e senza fratture traumatiche, con un esempio di stile raro – due posizioni che prenderanno strade diverse: chi ritiene che si debba trasformare la collaborazione con il PD in una alleanza politica e chi, come me, sostiene da sempre che ciò sarebbe una “mutazione genetica” di un partito nato come Nuovo Centro Destra.

Molti mi chiedono di chiarire quale sia la mia visione. Lo dico subito: io ritengo necessario ritornare all’obiettivo originario con cui era nato NCD: ridare una prospettiva e un casa politica democratica e partecipata ai moderati, ai cattolici, ai liberal popolari all’interno della famiglia politica che li rappresenta in tutta Europa ovvero quella dei Popolari Europei che in Italia sta da sempre nel centro destra. E occorre farlo nel modo più inclusivo possibile, coinvolgendo tutte le diverse espressioni del mondo centrista che vuole stare nel centro destra, nessuna esclusa. Abbiamo bisogno infatti in politica di gente che voglia costruire, non urlare, e che sappia come farlo.

Ho più volte detto che non avrei accettato di restare in un partito che scegliesse una alleanza politica con il PD. I molti che in passato hanno fatto lo stesso percorso ne sono rimasti fagocitati: quanti post democristiani, prima con il PPI poi con la Margherita, hanno ritenuto di poter cambiare la cultura politica e la visione delle cose dei post-comunisti? Quale è stato il risultato? La matrice culturale del PD rimane sostanzialmente la stessa della sinistra tradizionale e chi proveniva da culture e tradizioni politiche diverse ha dovuto cedere il passo soprattutto sulle questioni etiche e valoriali, che hanno più a che fare con una concezione antropologica: dalla famiglia, alla procreazione, al fine vita. Insomma una subalternità culturale, prima ancora che politica.

Allo stesso tempo, come ho più volte sostenuto, l’ipotesi di una corsa solitaria al centro mi è sempre parsa velleitaria e potenzialmente suicida, di fronte alla necessità di superare almeno lo sbarramento del 3%. Comunque avrebbe richiesto, come condizione necessaria per avere una pur minima possibilità di successo, l’unità di tutti su questa posizione, unità che non c’era. Un partito politico non è un centro culturale. Un partito politico è, nella mia concezione, uno strumento per affermare concretamente valori e principi irrinunciabili, e per fare ciò occorre saper costruire maggioranze possibili. Assumere posizioni anche molto chiare e condivisibili, me che rischiano l’isolamento non serve ad approvare leggi o delibere funzionali al bene comune. Per questo è necessario stare in una coalizione.

Oggi dunque è possibile finalmente, anche se certo tardivamente, cominciare da subito a lavorare a quella Federazione Liberal Popolare che io auspico da mesi e che è stata oggetto di mie iniziative politiche da tempo. Un soggetto che abbia principi forti e chiari, non da sventolare come bandiere contro chi la pensa diversamente, ma che siano strumenti di dialogo e compromesso sul possibile.

Il centro destra patisce uno spostamento verso posizioni più radicali, ben rappresentate dalla Lega di Salvini e da FdI della Meloni. Come dice la parola stessa “centro-destra” è un termine composto: ci deve essere una destra, che oggi si è rafforzata, ma ci deve essere anche un centro, che oggi ha bisogno di essere rafforzato. Forza Italia, alleato naturale di chiunque voglia adempiere al compito di ampliare la componente moderata, non può essere lasciata sola nella rappresentanza di questa area culturale e politica di centro, liberal-popolare ed europeista della coalizione.

Oggi il nostro Paese ha bisogno che trovi voce e forza politica l’area di chi pensa che la persona e la società vengano prima dello Stato, il cui compito è quello di aprire spazi di libertà e di opportunità per tutti:  un modello politico e di governo sussidiario, ispirato alla responsabilità, alla solidarietà e all’accoglienza, con ragionevolezza e senza ideologie, alla dignità della persona, alla sacralità della vita dal concepimento fino alla morte naturale, alla libera educazione e alla libera impresa, che crea lavoro e sviluppo.

La difesa della sacralità della vita dalla sua origine alla sua fine naturale è un dovere di civiltà, la famiglia è il mattone fondamentale di ogni edificio sociale e pertanto deve essere sostenuta e difesa; l’educazione dei figli è un compito e un diritto dei genitori che lo Stato deve sostenere, non sostituire; il lavoro è una condizione fondamentale per la dignità di tutti e deve essere creato dalle imprese, messe finalmente in condizioni di operare più agevolmente da politiche fiscali e di sviluppo che liberino dai lacci e laccioli della burocrazia.

Il compito delle istituzioni è quello di contribuire, umilmente ma concretamente, alla costruzione del bene comune e per fare questo occorrono uomini preparati, competenti e capaci che sappiamo osservare e valorizzare quello che la società pensa, elabora, scopre, crea e produce, uomini che non si improvvisano con il nuovismo degli ultimi venuti nè che non si esorcizzano con le rottamazioni.

A me interessa portare un contributo in questa direzione, affinché già nelle prossime elezioni politiche e regionali possa trovare spazio il rafforzamento di queste idee e di chi la rappresenta, attraverso una proposta politica nuova, che metta insieme tutti i pezzi oggi dispersi di coloro che si riconoscono in queste idee e contenuti, attraverso un dialogo e una collaborazione ancora più stretta con chi oggi già si trova nel Partito Popolare Europeo, a cominciare da Forza Italia, partendo dai lombardi Maria Stella Gelmini e Paolo Romani.

Dunque il mio auspicio è che tutti coloro che si riconoscono in questo progetto, da Maurizio Lupi, Roberto Formigoni, Raffaele Fitto, Stefano Parisi, a Lorenzo Cesa, Enrico Costa, Gaetano Quagliariello, Enrico Zanetti e tanti altri, si mettano insieme affinché  sia possibile intraprendere questo percorso magari proprio a cominciare dalla Lombardia.

Io e tanti amici da subito lavoriamo sul territorio per questo, perché riteniamo che questa soluzione sia, nelle condizioni date, una possibilità reale di rilancio di un soggetto politico che, possa incarnare quella proposta di buona politica con la P maiuscola che tanta gente chiede ancora.

Raffaele Cattaneo

di
Pubblicato il 16 Dicembre 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.