Tutto il mondo in un’aula, al via la scuola di italiano per stranieri
Le storie dei nuovi iscritti alla scuola ospitata all'interno dell'istituto B. Luini
Il 26 febbraio 2018 si sono aperte le iscrizioni ai nuovi corsi di italiano per stranieri L2 a Luino, presso la Scuola Primaria di II grado Bernardino Luini.
Grazie al fattivo supporto del Dirigente Scolastico, la prof.ssa Raffaela Menditto, che ha messo a disposizione gli spazi, alla collaborazione con l’associazione di volontari AISU e con la cooperativa Agrisol, braccio operativo della Caritas comasca, il CPIA di Varese ha avviato una nuova serie di corsi di italiano per stranieri L2, aperti sia ai richiedenti asilo che ai cittadini stranieri presenti sul territorio.
Già da tempo l’associazione AISU offriva tale servizio presso la scuola il lunedì pomeriggio, ma questa nuova collaborazione ha permesso di ampliare l’offerta, avviando al mattino tre nuove classi di insegnamento (Livello A0, A1 e A2).
L’insegnante Anna Chiara Laera racconta i primi giorni della nuova scuola: «Sono le 9, c’è un bel sole, ma la temperatura rimane ben al di sotto dello zero. Entro in classe e la prima cosa che sento è un piacevole tepore. Davanti a me ci sono tante sedie e altrettante scrivanie. Alzo lo sguardo e incontro i dipinti dei ragazzi delle medie, che negli anni sono passati tra queste mura, lasciandosi dietro orme multicolori. Capisco che ci hanno dato l’Aula Magna! Un gentilissimo bidello mi spiega dove è la nostra entrata e dove sono i servizi: ha un accento del
sud, come quello di mio padre. Arrivano i primi nuovi iscritti: una cantante e ballerina del Burkina Faso, una mamma brasiliana col figlio da iscrivere alle superiori, una parrucchiera cinese con suo marito, poi una signora albanese arrivata in Italia da pochi mesi e una marocchina qui da quattro anni. Assegno le classi.
Il giorno dopo giungono puntuali i miei studenti, ospiti della struttura di Agrisol a Maccagno: sono ragazzi nigeriani richiedenti asilo. Conosco già le loro storie tragicamente simili: violenze subite, inganni e famigliari morti durante il viaggio. Solo attraverso una lingua comune, è possibile condividere i loro racconti. Vista la famigliarità con me, si siedono in prima fila, di fianco alla signora albanese e a quella marocchina: è nata così una piccola scuola di lingua e cultura italiana. Una scuola dove l’atmosfera è famigliare e informale, in cui i corsi sono disegnati intorno alle esigenze degli studenti, un punto di partenza per conoscerci reciprocamente attraverso le culture, la lingua, i luoghi e le tradizioni di ciascuno. Io guardo ammirata i miei allievi: ho tutto il mondo in un’aula e sento che oggi è proprio un bel giorno per me, loro maestra».
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