Omicidio di Casalzuigno, a maggio la Cassazione
Dopo i 30 anni di condanna in appello gli avvocati Bossi e Lacchin ricorrono alla suprema corte
La piccola Cariola, frazione montana della Valcuvia sopra Casalzuigno entrerà la primavera prossima nelle aule della Corte di Cassazione per via dell’omicidio di Roberto Colombo, consumato nel 2014.
Per quei fatti è imputato l’amico, Emiliano Cerutti, che dovrà rispondere di omicidio volontario, occultamento di cadavere e coltivazione di sostanze stupefacenti.
E proprio la droga sarebbe il movente individuato per sostenere la condanna a trent’anni in primo grado di Cerutti, individuato dai giudici come l’omicida dell’amico: l’arma è una pistola con cui è stato fatto fuoco due volte contro il Colombo – uccidendo anche il suo cane – per poi occultare il cadavere.
Il movente sarebbe da ricercarsi nel risentimento da parte di Cerutti verso l’amico, per via della sparizione di un chilo di marijuana.
La condanna venne pronunciata dalla Corte d’assise di Varese nel febbraio 2016.
I legali dell’imputato, Paolo Bossi e Marco Lacchin impugnarono la sentenza e fecero ricorso in appello.
La Corte d’assise d’appello di Milano, con sentenza in data primo marzo 2017 ha di fatto confermato la pena.
Ora la prossima udienza, in Corte di cassazione, è fissata per il prossimo 23 maggio.
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