Addio a Ennio Consentino, “signore del cinema”
Era il gestore dei cinema Odeon e Italia, ma era anche molto attivo in città
«Questa sala è il mio atto d’amore per il cinema». Così raccontava nel 2010 Ennio Cosentino, gestore del cinema Italia e dell’Odeon di Somma Lombardo, scomparso all’età di 88 anni.
Il funerale si terrà mercoledì 11 aprile, alle 10.30, alla chiesa di San Rocco a Somma.
Era signore del cinema. Un signore per lo stile, ma anche signore del cinema perché era arrivato a gestire ben dodici sale «tra Rho, Somma, Sesto Calende, Venegono e anche Vimercate», negli anni Ottanta in cui il cinema si apprestava a lasciare il passo al dominio della tv, con lo sbarco delle tv private (qui l’intervista completa del 2010).
«Grande amante dell’arte, della musica e della cultura si impegnava a diffondere gli echi della sua passione nel mondo circostante» lo ricorda la Città di Somma Lombardo con un post sulla pagina FB ufficiale. «Lo ringraziamo oggi per il suo impegno attivo nella vita culturale di Somma, per la sua disponibilità e per l’aiuto che non ha mai negato a chi avesse bisogno di lui». La Città gli aveva conferito anche il XXV Agnesino d’oro, la benemerenza cittadina.
Amava la vita e cercava con piccole azioni quotidiane di rendere migliore la nostra comunità, anche attraverso il sostegno e l’aiuto concreto ai giovani, a cui si sentiva emotivamente vicino e nei quali scorgeva le speranze future per la nostra incerta società. Ci piace ricordare una delle sue occupazioni giornaliere, che si concretizzava al mattino nel distribuire cioccolatini negli uffici comunali. Faceva il giro del municipio con il sorriso gentile e le tasche piene. La finalità del gesto era di distribuire felicità, cercando di innescare in qualche modo un circolo virtuoso di gentilezza nelle nostre attività quotidiane, anche e soprattutto negli sportelli pubblici che dovevano occuparsi del contatto con i cittadini. Ennio lascia un vuoto nella nostra comunità, lascia anche il ricordo di un esempio prezioso e positivo, di amore per la vita e di solidarietà per chi era meno fortunato. Un esempio che ci sforzeremo di seguire con amore e passione, proprio come avrebbe fatto lui. Una caro abbraccio alla moglie Tecla e ai figli Massimo e Michele».
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