Gli anarchici, il sole e i balabiott del Monte Verità
Leggenda popolare, folklore o provocazione? Chi erano i “balabiott” e perché erano chiamati così
Quella del “balabiott”, dal dialetto “balla nudo”, è l’immagine che nella tradizione popolare è stata per anni associata al Monte Verità. Ma chi erano e che cosa facevano i “balabiott” e soprattutto sono esistiti davvero?
Per i ticinesi che all’epoca li guardavano con sospetto, erano gli appartenenti a una comunità di anarchici, teosofi, artisti e scrittori che a inizio Novecento si insediarono ad Ascona. Le idee e le utopie che li caratterizzavano erano insolite e anticonformiste per l’epoca: dalla cultura vegetariana alla rivoluzione sessuale, passando per l’esaltazione delle libertà e la sperimentazione artistica.
«Limitare la storia delle comunità che abitarono il Monte Verità alla leggenda dei balabiott è un grave errore e non rende giustizia a quello che accadde in questo luogo – spiega Mara Folini ,curatrice della mostra Giardini in Arte, in programma dal 4 al 6 maggio -. Così come lo è individuare nel bisogno di sole e di un ambiente salutare la ragione per cui in molti si ritrovarono a vivere per lunghi o brevi periodi sul monte».
Il Monte Verità è stato meta, negli anni, di grandi personalità del mondo artistico, politico e culturale come Harald Szeemann, Herman Hesse, Isadora Duncan, oltre agli artisti Marianne von Werefkin, Alexej von Jawlensky, Arthur Segal, i dadaisti Hugo Ball, Hans Arp.
Oggi di proprietà della Fondazione omonima, il Monte Verità è una realtà poliedrica rappresentata da un complesso museale (al quale appartengono Casa Anatta, Casa Selma, Casa dei Russi e il Padiglione Elisarion), un centro congressi internazionale, un albergo e un grande parco. Ogni anno propone una stagione culturale con incontri su arte, filosofia, letteratura, musica, raccogliendo le diverse anime del luogo
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