Officina Contemporanea

Al Maga il Doppio Spazio di Masi

Doppia inaugurazione al Museo con le opere dell'artista fiorentino in un dialogo tra passato e presente e le le vincitrici del Premio Riccardo Prina

Arte - Mostre

Tempo di inaugurazioni al museo Maga di Gallarate. Dopo il grande  successo della mostra dedicata all’opera artistica di Jack Kerouac il Museo prosegue nella sua attività espositiva con due nuove mostre ‘Doppio Spazio’ di Paolo Masi e l’esposizione ‘Identità a confronto’, con le fotografie delle vincitrici dell’ultima edizione del premio ‘Piero Chiara’ Irene Fassini e Fabiana Sala.

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Paolo Masi al Maga 4 di 9

All’inaugurazione sabato 5 maggio erano presenti, oltre all’artista fiorentino e al curatore della mostra Lorenzo Bruni, la presidente della Fondazione Silvio Zanella Sandrina Bandera, la direttrice del museo Emma Zanella, l’assessore alla cultura di Gallarate Isabella Peroni, il direttore della Galleria Frittelli di Firenze Simone Frittelli e Maurizio BAruffi, rappresentante  di SEA l’agenzia che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa con cui il Maga porta avanti una viva collaborazione da diversi anni.
Tanti gli elogi per la nuova mostra del museo Maga che, poco dopo l’esposizione Jack Kerouac ‘Keruac Beat Painting’, conferma l’ottimo periodo, considerando i tanti appuntamenti in programma per l’estate: “Sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo museo e dalle persone che ci lavorano”, dichiara il gallerista Simone Frittelli, “da quello che è stato un incontro fortuito (con Emma Zanella, ndr), è nata una grande collaborazione che ci ha permesso di dare vita a una grande mostra, curata in modo eccellente”. “Il comune di Gallarate e l’amministrazione sono orgogliosi di questa inaugurazione”, aggiunge Isabella Peroni, che ci tiene a ricordare la vicinanza della giunta comunale al museo”.

Il titolo Doppio spazio vuole sottolineare l’attitudine di Paolo Masi di far convivere lo spazio dell’arte e quello della vita, il gesto del singolo con le esigenze della collettività, la libertà dalle regole con le regole della libertà. In questa prospettiva, emergono tre aspetti fondamentali e costanti del suo lavoro: l’indagine della vibrazione del colore in dialogo con la storia della pittura e con l’aderenza alla propria attualità, la libertà combinatoria tra linee, superfici e relazione colore-materiali, e infine la dialettica con lo spazio pubblico. La doppia tensione di Paolo Masi di cercare di far coesistere gli opposti viene ulteriormente evidenziata nelle due sezioni allestite appositamente per il MA*GA: l’installazione Riflessioni Riflesse nel piazzale del Museo che consiste in cerchi di plexiglas di colore monocromo fluo e specchianti in grado di espandere la percezione dello spazio e una selezione di opere dalla collezione museale, curata dallo stesso Masi, che evoca il clima artistico tra gli anni ’60 e ’70 a cui lui stesso ha partecipato, con lavori di Lucio Fontana, Gianni Colombo, Getulio Alviani, Giorgio Griffa e altri.

La mostra, come anticipa Emma Zanella, “non è stata realizzata in maniera cronologica. Abbiamo voluto mettere a confronto opere di epoche diverse per dimostrare come il maestro riesca ad apparire sempre coerente nel suo lavoro. Non è certamente una mostra rigorosa da un punto di vista storico, nè volevamo che lo fosse, ma pone dei punti fermi nell’arte di Masi”. “Quello che si nota fortemente nella mostra”, afferma Lorenzo Bruni, “è la libertà, non solo nel gesto artistico dell’artista, ma anche nel punto di vista dello spettatore. L’arte di Masi, astratta e monocroma, “convive con la volontà di creare una nuova identità collettiva. Con i tondi di colore che accolgono i visitatori (le istallazioni presenti all’esterno del museo, ndr), l’artista vuole stimolare nuovi punti di vista nei confronti del museo.
Secondo Bruni la mostra non si può definire allegorica, “ma nonostante ciò c’è sicuramente bisogno della fantasia degli spettatori che vi si approcciano”.

Ma che cos’è quindi il ‘doppio spazio’? “È la libertà del gesto artistico e del punto di vista del visitatore. Alcune opere suggeriscono di entrarvi, di camminarci dentro al fine di comprenderle appieno”.

Parola dunque a Paolo Masi il quale, nonostante conosca le opere meglio di chiunque altro, non vi si sofferma, ma vuole invece lanciare un messaggio: “Io e molti di voi qui in sala siamo appartenenti al Novecento. Quest’epoca è diversa, e dobbiamo tutti sforzarci di capirla. Dobbiamo avvicinarci alla cultura di oggi e di domani e quindi ai giovani, che molto probabilmente guardano ad altro rispetto a noi. Ormai quelle che abbiamo vissuto e chiamato avanguardie sarebbe più giusto chiamarle retroguardie”.
Spazio, infine, alle due visitatrici del premio ‘Riccardo Prina’, Irene Fassini e Fabiana Sala. Le loro fotografie compongono l’altra mostra inaugurata, ‘Identità a confronto’, che sarà visitabile per un mese, dopodiché sarà esposta alla Triennale di Milano.

Questo articolo rientra nel progetto del Social Team di [OC] Officina Contemporanea, la rete per la cultura a Gallarate

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Pubblicato il 07 Maggio 2018
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