Il silenzio del sindaco di fronte alla gogna del suo assessore
A Palazzo Gilardoni si mormora di un Gigi Farioli amareggiato per lo striscione che lo indica come responsabile del taglio dei tigli sul viale e per il silenzio di Antonelli che pure ha qualche responsabilità

Cercare un sorriso sul volto di Gigi Farioli in questi giorni non è mestiere facile. L’ex-sindaco di Busto Arsizio non ha preso bene lo striscione con la sua effige sorridente posizionato dai contestatori della rotonda Porfidio e Barcucci, coi quali nel bene e nel male ha condiviso la sua stagione politica.
Chi lo conosce sa che il suo silenzio di questi giorni non è mancanza di cose da dire e di responsabilità da definire ma una precisa scelta che possa evitare imbarazzi in primis al sindaco Emanuele Antonelli che non si è proprio distinto per galanteria politica nei confronti del suo assessore, soprattutto non prendendone le difese pubblicamente per la “gogna mediatica” a cui è stato sottoposto un membro della sua giunta.
Anche perchè il primo cittadino non può definirsi del tutto scevro di responsabilità da quanto accaduto sul viale Duca d’Aosta in queste notti. La modalità con cui sono partite le motoseghe, di notte e in anticipo rispetto a quanto preventivato (si parlava di agosto, ndr), e la stessa firma finale sulla realizzazione della rotonda sono fatti che fanno capo a lui e non di certo a Farioli o a Giampiero Reguzzoni.
La giunta di ieri pomeriggio, però, ha regalato a Farioli almeno la soddisfazione di vedere andare avanti il progetto del campus sportivo di Beata Giuliana. Sicuramente stravolto da come lo aveva immaginato Farioli da sindaco ma comunque ripartito come palaginnastica, ufficialmente, con l’approvazione del progetto preliminare.
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