Allarme polmonite: 235 casi in sette giorni
L'assessore al Welfare Gallera fa il punto sull'allarme polmonite.Dopo il picco del 6 settembre, casi in calo. Colpiti soprattutto gli uomini
Il numero di persone colpite da polmonite è preoccupante ma la curva epidemica tende ad abbassarsi. Lo ha riferito l’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera parlando dell’epidemia che ha colpito il territorio bresciano: «Insieme alle ATS coinvolte, stiamo facendo tutto il possibile per fare chiarezza. Dai risultati delle indagini fin qui eseguite mi sento di tranquillizzare tutti, i cittadini in primis, sul fatto che la curva epidemica appare in calo, il numero crescente di casi che stiamo fornendo rappresenta una fotografia dell’ultima settimana, frutto di indagini sempre piu’ dettagliate”.
L’ALLARME
L’allarme risale al tardo pomeriggio di giovedì 6 settembre, quando il Dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria dell’ATS Brescia è stato allertato per un accesso in numero superiore a quello atteso in analogo periodo (a partire dal 2 settembre) al Pronto Soccorso di Montichiari di persone che presentavano un quadro di polmonite.
ESCLUSO SUBITO UN VIRUS
«Da subito – ha spiegato – Gallera – stante i quadri clinici e di laboratorio, e’ stato escluso che si trattasse di un virus. Sono stati ricercati i possibili batteri interessati: legionella, pneumococco, coxiella, in quanto possibili agenti di polmoniti ‘di comunità».
IN UNA SETTIMANA 235 CASI
Di seguito i dati disponibili alle 20 di ieri, lunedì 10 settembre. A partire dal 2 settembre sono stati registrati: 235 accessi in PS, il maggior numero nelle giornate di giovedi’ 6 e venerdi’ 7; 196 persone attualmente ricoverate; 12 persone hanno rifiutato ricovero o sono gia’ dimesse; 2 decessi (1 con diagnosi accertata di legionellosi); 12 casi di legionella confermata (compreso il decesso).
I casi clinicamente impegnati e ricoverati in reparti di terapia intensiva sono 9.
LA LEGIONELLA
Le conferme per legionellosi dei 12 casi, che si sono concentrate il 10/9 (fino a lunedì mattina i casi confermati erano 2), orientano ulteriormente l’indagine epidemiologica verso un cluster di legionellosi.
COLPITI PREVALENTEMENTI GLI UOMINI
I soggetti interessati sono prevalentemente maschi (circa 70%), anziani o con patologie che comportano immunodepressione , e/o fattori di rischio quali il fumo. Si stanno raccogliendo anche eventuali caratteristiche comuni come la frequentazione di ambienti, sia lavorativi che di svago o di attività commerciale; la partecipazione ad eventi, che siano suggestivi di un momento temporalmente definito (dopo il 20 agosto stante i periodi incubazione della legionella) in cui sia avvenuta una esposizione capace di provocare la malattia in un momento di tempo limitato. Ad oggi non sono emersi evidenze significative in tal senso.
LE VERIFICHE SULLA RETE IDRICA
«Sono in corso specifiche azioni volte a identificare la fonte e le modalità di trasmissione del batterio. Per quanto riguarda la rete di distribuzione dell’acqua potabile – ha aggiunto Gallera – sono stati convocati da subito i gestori degli impianti di distribuzione dell’acqua potabile per verificare eventuali interconnessioni delle reti tra i comuni: tale evenienza è stata esclusa. Sono comunque stati effettuati campionamenti alla rete idrica (più di 50 punti campionati) e presso le abitazione dei soggetti con diagnosi di legionellosi. Sono programmati campionamenti nelle torri di raffreddamento di insediamenti industriali della zona».
INDAGINI SUL TERRITORIO
Tutti i comuni interessati si trovano nei pressi del percorso del fiume Chiese: un’evidenza, unita al periodo di ‘secca’ dell’estate, ed alla presenza di derivazioni per irrigazione dei campi, che viene tenuta in considerazione, anche se non trova particolari riscontri in letteratura scientifica, per non escludere anche eventi insoliti. Con il supporto di ARPA si stanno incrociando i dati delle precipitazioni temporalesche e dei venti, con quelle della curva di incidenza dei casi, in attesa degli esiti dei campionamenti delle torri e delle irrigazioni.
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