Forte come il vetro: i 143 anni di storia della Cristalleria Bosco

Chiuderà in autunno uno dei negozi più antichi della città e della provincia: l'aprirono due fratelli biellesi nel 1875 nella zona del Faietto, il piccolo quartiere medievale di fianco alla Basilica.

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Il quartiere dove aprirono il primo negozio, oggi, non esiste nemmeno più. Era il 1875 quando i fratelli  biellesi Antonio e Giuseppe Bosco iniziarono l’attività di vetrai a Gallarate. Una vetreria che si è evoluta ed è diventata, nell’arco di quasi un secolo e mezzo, la Cristalleria Bosco. Uno dei negozi più antichi di Lombardia, di certo tra i veterani della città dei due galli: una storia che si concluderà il prossimo autunno, verso la fine di ottobre, dopo 143 anni.

Adriana Bosco è la diretta discendente della famiglia, «da trentacinque anni» si occupa del negozio. Per salutare la sua attività e restituire a Gallarate un pezzo di storia ha creato un piccolo, ben curato pieghevole che ripercorre – in modo dettagliato ed essenziale, senza retorica – la lunga storia. A partire dalla foto di quella prima insegna: «Era nella zona del Fajetto, di fianco alla Basilica» racconta. Il Fajetto era uno dei quartieri più antichi di Gallarate, un dedalo di vicoli che corrispondevano alla zona dell’attuale Corso Italia: antiche case medievali, nel luogo dove un tempo sorgeva un boschetto (fagetum, da cui Faietto). Sul finire degli anni Trenta il fascismo decise di rendere ariosa la zona, abbattendo gli edifici e aprendo il “monumentale” Corso del Littorio, poi ribattezzato Corso Italia.

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«Quando è stato abbattuto il Faietto si sono trasferiti qui in via Mazzini. Era il 1937» ricorda ancora Adriana Bosco. Dal vecchio edificio – che si trovava subito sul retro della chiesa di Sant’Antonio – la famiglia Bosco salvò un affresco della Madonna di Caravaggio, strappato dal muro e portato nel bel cortile di via Mazzini, accanto al negozio. Il cortile è un po’ l’orgoglio di famiglia: non spazio chiuso, ma permeabile punto d’interscambio tra privato e pubblico, tra la casa e la strada. «Abbiamo promosso tanti eventi qui: i concerti con Carlo Bellora e i ragazzi dell’Istituto Puccini, gli show cooking. Ne abbiamo fatti tanti, anche con cuochi come Umberto Zanassi: con lui avevamo coinvolto tante clienti e amiche, ne era nato un evento interessante e piacevole». Non solo un’attività commerciale, ma anche un ruolo pubblico, di una famiglia che ha voluto promuovere eventi aperti alla città: il pieghevole – tra l’altro – ricorda anche le mostre a Palazzo Minoletti, dedicate ad arte e cultura a tavola, gli eventi sulla cultura giapponese.

«Mi dispiace veramente lasciare il mio hobby e la passione per la tavola e la cucina» dice Adriana Bosco. Una passione che racconta una professione che è ancora – a suo modo – artigianale: non può nella produzione come ai tempi dei trisavoli Antonio e Giuseppe Bosco, ma nella ricerca accurata. «Selezionare gli articoli è un lavoro impegnativo, oggi chi lavora con negozi in franchising fa meno fatica ma c’è più uniformità. Conta anche la conoscenza del materiale, che io ho grazie alla mia formazione». Adriana Bosco ha studiato chimica, ha lavorato per un decennio nella sede milanese una multinazionale chimica in uno dei grattacieli (allora pochi) che sfidavano in altezza la Madunina. Poi ha ritrovato Gallarate, con l’amore per il suo negozio portato avanti con la sorella e con il contributo del marito architetto. Era il 1979: già un decennio prima, nel 1967, la Cristalleria aveva ottenuto la Medaglia d’oro per anzianità della Camera di Commercio. Un riconoscimento “raddoppiato” nel 2015 con l’inserimento tra i negozi storici di Lombardia.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 14 Settembre 2018
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