Uno delle BR, uno di CL: due storie per raccontare il Sessantotto

Un militante delle Br e un membro di Comunione e Liberazione. Insieme, per parlare del Sessantotto attraverso due storie individuali, molto diverse. Lo propone il Centro Culturale Tommaso Moro, mercoledì 19 settembre. La lotta armata e uno dei movimenti interni al mondo cattolico in trasformazione, due sguardi per certi versi minoritari, per raccontare una stagione di grandi cambiamenti e di tanti attori diversi.
«Del “’68”, dopo cinquanta anni, si è parlato molto: incontri, articoli, pubblicazioni» spiegano i promotori. «Qualcuno ha esaltato quel periodo – auspicando in qualche modo che ci sia un “nuovo ‘68” – altri ne hanno sottolineato invece il fallimento, attribuendo a quel periodo, e ai suoi protagonisti, la responsabilità di “aver seminato” una cultura dell’odio e della violenza che ha portato, oggi, ad una società divisa e rissosa. Noi vogliamo evitare l’ennesima analisi del “fenomeno ‘68”, ma incontrare due persone e due storie, diverse e a prima vista opposte; uno l’ha vissuto da protagonista, fino alla scelta della lotta armata e della clandestinità, l’altro, a quell’epoca ragazzino, si è fatto interrogare dall’esperienza del primo in un confronto serio e profondamente umano con la propria esperienza di fede, tanto da far nascere una nuova amicizia».
Alberto Franceschini (1947). Nasce a Reggio Emilia da una famiglia comunista e partigiana. Tra le fila della FIGC fino al 1969, decide di affiancarsi a Renato Curcio, Mara Cagol ed altri, fondando le Brigate Rosse e scegliendo la lotta armata e la clandestinità, Arrestato nel 1974, si dissocia successivamente dalla lotta armata e dalla violenza politica. Viene rimesso in libertà nel 1992
Claudio Bottini (1954). Sposato, tre figli, dal 1972 al 2017 impiegato in aziende di credito, è stato dirigente sindacale FIRST CISL. E’ uno dei responsabili centrali di Comunione e Liberazione.
L‘appuntamento è all’aula magna dell’Istituto Sacro Cuore, mercoledì 19 settembre alle 21.
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