Rissa di Halloween, la verità dei “167”
I membri del gruppo hip hop di Malnate non vogliono passare per i “cattivi” di turno e ci tengono a spiegare la loro versione dei fatti

Non ci stanno a passare per gli aggressori e vogliono spiegare come sono andate le cose nella serata di Halloween al PalaInsubria, alla festa organizzata al campus universitario di Varese.
I membri del gruppo hip hop di Malnate “167” sono finiti al centro della polemica e della bagarre mediatica dopo alcuni articoli usciti dopo la serata: due i ragazzi denunciati a piede libero (anche se le denunce non sono ancora arrivate), che però non vogliono passare per i “cattivi” di turno e ci tengono a spiegare la loro versione dei fatti.
«Avevamo finito di suonare, è stato bel concerto, pieno di allegria e con tanta gente che cantava e ballava con noi – racconta Marco “Bad Alligator” Oliverio a nome del gruppo -. Non ci va di passare per quelli che picchiano o si comportano fuori dalle regole: vogliamo suonare e fare musica, questo è il nostro obiettivo. Quella sera di alcol ne è girato parecchio, in molti erano su di giri. Ad un certo punto uno dei ragazzi che era con noi ha urtato inavvertitamente un altro, che è finito addosso alla ragazza del deejay che suonava dopo, e le ha rovesciato addosso il drink. Le ha chiesto subito scusa, ma in tutta risposta ha ricevuto il contenuto del bicchiere in faccia. Da lì è partito tutto, il nostro amico si è ritrovato a terra aggredito da quattro persone e noi non abbiamo potuto fare altro che intervenire per difenderlo: c’è stata una scazzottata, loro erano in 4 e noi in 3. Lo abbiamo difeso, non abbiamo di certo cominciato noi. Se qualcuno si è fatto male, ci dispiace, ma non era nostra intenzione finire così la serata. Noi siamo poi andati via e dopo un quarto d’ora circa ci hanno detto che è arrivata la Polizia. Il giorno dopo ci siamo ritrovati in mezzo agli articoli di giornale che raccontavano cose non vere: questa è la nostra verità».
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