Sacra Famiglia, un restauro nato dal cuore

Domenica 24 febbraio il restauro sarà presentato al pubblico nel corso di una conferenza ad ingresso libero, in programma alle 16 nella Nuova Scolastica del Museo

Castiglione Olona - Restauro quadro Sacra Famiglia

Torna al Museo della Collegiata di Castiglione Olona la Sacra Famiglia con Santa Caterina da Siena, dopo l’intervento di restauro condotto da Isabella Pirola sotto la direzione della dott.ssa Ilaria Bruno della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano

Domenica 24 febbraio il restauro sarà presentato al pubblico nel corso di una conferenza ad ingresso libero, in programma alle 16 nella Nuova Scolastica del Museo. Interverrà la restauratrice Isabella Pirola, con l’introduzione della conservatrice Laura Marazzi.

«Alla presenza di san Giuseppe, in piedi davanti al muro aperto verso un cielo rosato, la Vergine, seduta su un trono dall’aspetto semplice, regge il Bambino che benedice santa Caterina da Siena, con in mano il giglio e un piccolo cuore. Proprio dal cuore è nato il restauro di quest’opera magnifica, quale dono di Roberto alla moglie Vittoria, entrambi amanti dell’arte e legati da affetto al Museo della Collegiata», spiegano i responsabili del Museo, dove il dipinto verrà ricollocato nella Sala “Adele e Franco Mazzucchelli”.

L’intervento ha recuperato e reso pienamente leggibile l’interessante tavoletta: dopo il consolidamento, l’opera è stata sottoposta a pulitura, consentendo di riportare alla luce vivaci valori cromatici. Questa operazione, insieme all’integrazione delle lacune,  ha permesso di apprezzare alcuni particolari prima poco visibili, come la corona di spine sul capo di santa Caterina e il cuore nella sua mano. Si narra infatti che, mentre Caterina pregava “In me crea, o Dio, un cuore puro”, le apparve Cristo che le prese il cuore. Quindi Gesù ritornò portandone uno vermiglio che le infilò nel petto dicendo: “Ora ti do il mio cuore con il quale sempre vivrai”.

Il restauro ha favorito una nuova conoscenza del dipinto, in particolare grazie alle indagini non invasive effettuate dalla dott.ssa Mariella Lobefaro. Tutti gli elementi raccolti hanno portato la conservatrice del Museo dott.ssa Laura Marazzi a  formulare una nuova attribuzione: l’opera, finora poco considerata dalla critica, è stata ricondotta all’ambito della scuola veneto-cretese, con una datazione verso la fine del XVI secolo: «Creta, fondamentale sosta per i ricchi traffici veneziani, fino al 1669 fu dominio della Repubblica di Venezia. Dopo il 1453,  a seguito della conquista turca di Costantinopoli, l’isola aveva accolto molti pittori di cultura greco-orientale in fuga, dando origine a una notevole fioritura artistica. Durante la seconda metà del XVI secolo numerosi iconografi cretesi si spostarono a Venezia, importante polo d’attrazione. Qui, influenzati dalla pittura veneziana coeva, generarono opere con caratteristiche originali, per lo più destinate alla devozione domestica. È lo stesso percorso che portò Domínikos Theotokópoulos, più conosciuto come El Greco, a lasciare la natia Candia per lavorare a Venezia e a Roma, prima di muovere verso la Spagna».

La Sacra Famiglia (tempera su tavola; cm. 35 x 32,5) del Museo della Collegiata non differisce dalla tecnica esecutiva di base delle icone, come hanno accertato le indagini condotte da Mariella Lobefaro. Utilizzando un microscopio digitale, che consente riprese con ingrandimenti che vanno da 10X a 400X (le dimensioni reali della porzione inquadrata appaiono ingrandite fino a 400 volte), e una lampada a luce radente è  stato possibile individuare la successione degli strati e la maggior parte dei pigmenti.

L’opera è stata eseguita su una tavoletta di conifera, probabilmente larice o abete rosso, su cui sono state stese alcune mani di gesso e colla. I principali pigmenti individuati sono: la biacca, il minio, lo smaltino, il cinabro, l’indaco, il sangue di drago e il nero carbone.  Impreziosiscono l’immagine le aureole in assist (foglia d’oro su succo d’aglio pigmentato).  Linee rosse-arancio sottolineano palpebre, labbra, elementi interni delle orecchie e altri particolari anatomici delle figure.

Mariella Lobefaro, restauratrice e grande studiosa di icone, dal 1983 ha intrapreso un importante percorso di conoscenza per comprendere i segreti di una tecnica millenaria: le sue ricerche, che hanno consentito di individuare numerosi falsi, le sono valse la nomina di “consulente tecnico in materia di opere d’arte” da parte della Procura della Repubblica di Pistoia. Da circa dieci anni si dedica assiduamente allo studio delle icone cretesi e delle tavolette veneto-cretesi, con particolare attenzione alle opere del periodo cretese e italiano di Domínikos Theotokópoulos, sulle quali è in corso una campagna di indagini diagnostiche avviata dal 2015 in stretta collaborazione con Lionello Puppi, professore di Metodologia della Storia dell’Arte, massimo esperto di El Greco in Italia.

Il Museo della Collegiata può essere visitato da martedì a sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. Oltre al sito ha anche una pagina Facebook da seguire per restare sempre aggiornati su appuntamenti e iniziative culturali.

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Pubblicato il 22 Febbraio 2019
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