Il vento lirico della Sicilia accarezza la Vecchia Masnago
Domenica 17 febbraio alle 11 e 30 al caffè di piazza Ferrucci si terrà la presentazione di “Ghiotta sturiusa di cuntu di mari di ventu” opera in versi di Santi Moschella

Scuta stu ventu/ti parra di luntanu/stancu cristianu (Ascolta il vento/ ti parla da lontano/spettro d’umano). Se domenica 17 febbraio la nostalgia della vostra terra natia vi attanaglierà il cuore, non dovete far altro che andare, in tarda mattinata, al caffè la Vecchia Masnago di Varese, dove la vostra anima potrà essere rifocillata con sagge e appassionate parole. Nell’esercizio di piazza Ferrucci alle 11 e 30 si terrà la presentazione di “Ghiotta sturiusa di cuntu di mari di ventu”, quarta opera pubblicata da Santi Moschella. Il titolo rivela la ricchezza degli ingredienti conditi da 80 poesie di tre versi, diciassette sillabe in tutto, scritte in dialetto siculo a cui fanno da contorno settanta schede.
«Questo lavoro – spiega l’autore – è un rincorrersi tra premesse di carattere morale storico filologico tra citazioni letterarie proverbi e la sintesi grazie a questa forma di haiku (componimento poetico giapponese, ndr), che racchiude sensazioni ed emozioni ».
L’incipit rivela le radici dell’autore, attraverso una dedica al padre “canturi” e al mar Ionio culla nutrice. L’autore continua nei capitoli successivi a far uso sia della cultura tradizionale dialettale che di quella “colta” nazionale, confondendole e miscelandole per offrirci un unicum di quelli che alla fine, si possono ritenere i parametri fondanti della sua vita giornaliera, primo fra tutti la bellezza.
L’AUTORE
Santi Moschella nasce a S.Teresa di Riva (Messina) nel 1957. Conseguita la maturità presso il Liceo-Ginnasio “E. Trimarchi”, si laurea in legge. Avvocato, attualmente non esercita la professione, ma dirige l’ufficio di segreteria della Commissione tributaria provinciale di Varese. In questa città svolge attività di volontariato con le parrocchie di Masnago e Casbeno. Ha pubblicato con Armando Siciliano Editore, i romanzi storici “Spesso ti dicono di non arrenderti” (2012) e “Mi chiamo Giuseppe, per gli amici Peppino” (2014); per TraccePerLaMeta edizioni, “Così è se mi piace” (2016): in quest’ultima opera i dialoghi sono rappresentati sotto forma di chat ma il testo intende difendere e promuovere il libro stampato.
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