Vigile e sindaco a processo, aperto il dibattimento
Alla sbarra l’ex capo della polizia locale e il sindaco di Brenta. Nella prossima udienza, il 4 giugno, toccherà ai testi
Udienza tecnica quella di oggi, martedì, sul peculato al consorzio di polizia locale del Verbano che vede imputate due persone: l’allora capo dei vigili Ettore Bezzolato e il sindaco – tuttora in carica – di Brenta Gianpietro Ballardin.
Due le posizioni processuali: Ettore Bezzolato è accusato di falso ideologico in atto pubblico, peculato, concussione, abuso d’ufficio.
Gianpietro Ballardin dovrà rispondere invece di falso ideologico in atto pubblico e favoreggiamento.
I fatti contestati risalgono ad alcuni anni fa e si concretano in due tronconi: c’è la contestazione riguardante alcuni servizi di vigilanza effettuati alle feste delle Pro Loco della Valcuvia dagli agenti del consorzio di vigili fuori dagli orari di servizio, dal 2007 al 2014.
E poi un pagamento di una somma di 1600 euro trovata nell’economato del comando di Cittiglio l’ottobre 2015 su cui la procura della repubblica di Varese contesta la regolarità. Per questo fatto si arrivò all’arresto del sindaco di Brenta Gianpietro Ballardin allora presidente del consorzio di vigilanza.
Oggi, 19 marzo, si è aperto il dibattimento di questo processo con una corposa documentazione che i difensori degli imputati hanno proposto in parte di limitare poiché composta di atti ritenuti superflui («espungere tutto ciò che non è contenuto nel verbale dell’udienza preliminare»), mentre il pubblico ministero ha proposto di rigettare le richieste della difesa poiché per alcuni degli atti contestati come lettere, raccomandate, trascrizioni di intercettazioni e altro, rappresenterebbero il “corpo del reato” (in particolare per una lettera oggetto di contestazione di falso ideologico, ma anche delle riprese delle videocamere che sovrastano l’ingresso della sede del comando dei vigili, a Cittiglio, oltre alle copie forensi di alcuni telefoni cellulari).
Una posizione, quella del pm, fatta propria anche e dalla parte civile, cioè il consorzio di polizia locale del Medio Verbano che si ritiene parte lesa dai fatti che portarono agli arresti. Anche due proloco della valle sono rappresentate in giudizio come parti offese.
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