Il Comitato per l’ospedale di Cittiglio nega di aver incontrato la Comunità montana
Salvatore Romano, presidente del Comitato per la salvaguardia dell’Ospedale Causa Pia Luvini, si smarca rispetto alla posizione del Comitato di Luino
In merito all’articolo pubblicato oggi “Ospedali di Cittiglio e Luino, i comitati incontrano la Comunità Montana”, il presidente del Comitato nato alla salvaguardia dell’Ospedale Causa Pia Luvini Salvatore Romano, precisa quanto segue:
“Nel mese di Dicembre 2017 abbiamo incontrato il Presidente del Comitato dell’Ospedale di Luino e il Presidente della Comunità Montana. Oggetto dell’incontro era sviluppare di comune accordo progetti per i due nosocomi da proporre poi in Regione Lombardia.
Nel mese di gennaio abbiamo incontrato nuovamente il Presidente del Comitato dell’Ospedale di Luino ma con estremo rammarico abbiamo dovuto constatare che i progetti proposti per l’Ospedale di Cittiglio erano nettamente in contrasto con i criteri di accreditamento ben esplicitati dal Decreto Ministeriale 70 del 2015, ovvero il regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera. Nello specifico l’Ospedale di Cittiglio deve essere dotato di un reparto di Ortopedia e Traumatologia con medici ortopedici
presenti in guardia attiva nei giorni feriali e reperibili in pronta disponibilità nelle ore notturne e nei giorni festivi anche per assicurare l’esecuzione di interventi chirurgici urgenti quali appunto le fratture di femore, elemento questo necessario per l’accreditamento. Tale concetto è inoltre ribadito dalla la delibera XI/1046 Seduta del 17/12/2018 di Regione Lombardia (Determinazioni in ordine alla gestione del servizio sociosanitario per l’esercizio 2019).
In merito al potenziamento dei due Pronti Soccorso e ai ruoli che i due Presidi debbano avere pensiamo che la risposta univoca sia sempre nel Decreto Ministeriale sopra citato, ovvero requisito per l’accreditamento numero accessi annui superiore a 20000.
Per quanto sopra esposto e alla luce dei fatti – non possiamo dimenticare che nessuno ormai quasi 4 anni fa spese una sola parola per evitare la chiusura del reparto di ortopedia- l’unico nostro interlocutore rimane l’attuale Direttore Generale.
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