Giochiamo a fare il dottore: così i bimbi ricoverati affrontano la malattia
Andrea, un ragazzino un tempo ricoverato nella pediatria del Del Ponte, è tornato in reparto per condividere quel gioco che aveva contribuito a fargli ritrovare la serenità
Quel camice bianco gli aveva dato la forza per affrontare la sua malattia. Ecco perchè Andrea è voluto tornare in quel reparto per raccontare agli altri bimbi ricoverati la magia di quel gioco.
Siamo nella pediatria dell’ospedale Del Ponte di Varese dove la Fondazione Il Ponte del Sorriso si occupa della ludoteca. Tra le tante alternative proposte c’è un gioco dove i piccoli pazienti, indossando i camici bianchi ( di taglia pediatrica) e usando stetoscopi, siringhe e termometri, giocano a “fare il dottore” con peluche e bambolotti.
Così Andrea, qualche anno fa, ha indossato quella divisa mentre combatteva con tenacia e forza una grave malattia. Una battaglia portata avanti con la professionalità dei medici del reparto ai tempi diretto dal professor Luigi Nespoli.
Ricordi a tal punto indelebili nella sua giovanissima mente, che ancora oggi, guarito e giustamente spensierato, non si dimentica di chi sta affrontando la malattia in quello stesso reparto varesino, Così, nei giorni scorsi, è tornato nella sala giochi per condividere quel “gioco del dottore” : « Dal primo istante in cui Andrea ha indossato il camice da medico – spiega la presidente della Fondazione Emanuela Crivellaro – uno di quelli che Il Ponte del Sorriso ha fatto confezionare apposta della misura dei bambini, non lo ha più voluto lasciare, girando impettito come un luminare, per tutto il reparto, con il blocco che fungeva da cartella clinica. Il gioco del dottore si svolge con attrezzature reali, comprese le siringhe con l’ago vero. Di finto ci sono solo le bambole o i peluches che si sottopongono alle cure e alle medicazioni dei bambini».
I bambini sono molto bravi, assicura Emanuela Crivellaro, e non si pungono affatto: « Replicano con precisione e professionalità tutto ciò che è stato fatto a loro, ripetendo persino le complicate parole che usano i medici. Così il bambino rivive la situazione da protagonista. Assume lui, infatti il ruolo del dottore e può quindi comprendere, attraverso la fantasia, ciò che gli è difficile capire sul piano della realtà».
Una domenica, Andrea ha indossato quel camice e, insieme agli altri bambini, ha curato e medicato tutti i peluche che, poi, sono stati messi a letto: « La serenità di Andrea, nel parlare di medicine e terapie, è la prova di quanto le attività ludiche in ospedale siano importanti, per consentire ai bambini di affrontare la malattia» ha commentato la presidente de Il Ponte del Sorriso.
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