“Ecco come è ricominciata la corsa allo spazio”
Luigi Bignami, noto scienziato e giornalista, ha incontrato gli studenti dell'università dell'Insubria per mostrare come è cambiata negli anni l’esplorazione spaziale e quali saranno le prossime frontiere
Da sempre osservati da astronomi, geologi, poeti e innamorati, la Luna e Marte grazie alla scienza sono sempre più vicini. Trump vuole di nuovo un americano sul nostro satellite entro il 2024, mentre Elon Musk, fondatore di Tesla e Spacex, continua i lavori per la realizzazione di una città su Marte. Sembra proprio che sia cominciata una nuova corsa allo spazio, ma questa volta il contributo dei privati sarà fondamentale.
In occasione dei 50 anni dallo sbarco sulla Luna, l’Università degli studi dell’Insubria ha invitato Luigi Bignami per discutere di esplorazione spaziale e dei progetti che nei prossimi anni porteranno l’uomo su Marte.
L’incontro con il noto divulgatore scientifico è stato organizzato e moderato da Federico Pasquaré Mariotto, docente di Comunicazione della scienza e Comunicazione delle scienze ambientali dell’Università dell’Insubria. La conferenza è stata introdotta da Giulio Facchetti, presidente dei corsi di laurea in Scienze della comunicazione e Scienze e tecniche della comunicazione.
Molte e costose sono state le operazioni che a partire dal 1960 hanno cercato di raggiungere Marte. Sonde in orbita e “rover” in superficie hanno raccolto nel corso degli anni parecchi dati, tanto che come dice Luigi Bignami: «per quanto riguarda l’aspetto morfologico, conosciamo meglio Marte che la Terra». Questo principalmente perché la maggior parte del nostro pianeta è coperto d’acqua, mentre i crateri di Marte, in particolare quello esplorato nel 2011 da “Curiosity”, hanno permesso ai geologi di conoscere la storia dei suoi ultimi 3 miliardi e mezzo di anni.
«Principalmente – ha spiegato Bignami – le missioni su Marte avevano l’obiettivo di scoprire se fossero mai esistite le condizioni per la vita. Con il rover “Rosalind Franklin”, che sarà lanciato nel 2020 dall’Esa (European space agency), si scoprirà se attualmente esistono forme di vita sul Pianeta rosso. Parte di questo robot è stata realizzata in Italia dall’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) in collaborazione col Politecnico di Milano».
Ma quando arriverà l’uomo su Marte? Per il momento non si può ancora dare una data precisa, ma governi e privati stanno elaborando numerosi progetti per raggiungere al più presto l’obiettivo. «Per venire incontro al desiderio del presidente degli Usa Trump di avere ancora un americano sulla Luna, la Nasa sta studiando un progetto in collaborazione con diverse aziende private tra le quali “Blue Origin” di Jeff Bezof, fondatore di Amazon. L’agenzia spaziale americana lancerà per cominciare una navicella in orbita nella zona dove gravità terrestre e lunare si bilanciano. Il modulo servirà come base e gli astronauti ci vivranno per circa un mese e mezzo».
«Se gli uomini – ha poi aggiunto Bignami – riusciranno a resistere senza particolari problemi si potrà procedere con la costruzione di una base stabile sulla Luna. Sembra che gli scienziati vogliano utilizzare il nostro satellite come un grande laboratorio». Questo progetto dovrebbe iniziare tra il 2024 e il 2025,
Per quanto riguarda lo sbarco su Marte, la situazione è più complicata. Sono infatti molte di più le difficoltà che gli astronauti dovranno affrontare. «Innanzitutto – ha spiegato Bignami – il viaggio verso Marte durerebbe circa 7 mesi. In assenza di gravità gli uomini a bordo della navicella rischierebbero di essere troppo indeboliti al momento dell’atterraggio e chiaramente non ci sarà nessuno ad aiutarli».
«Una volta arrivati – ha continuato Bignami – bisognerà aspettare che Terra e Marte ritornino nelle giuste posizioni per il viaggio di ritorno. Gli astronauti dovranno quindi essere in grado di sopravvivere completamente isolati per diversi mesi e risolvere ogni eventuale problema solo con le proprie forze, visto che le comunicazioni impiegano dai quattro ai 20 minuti per viaggiare da Marte alla Terra».
«Un altro progetto – ha poi spiegato Bignami – prevede la realizzazione di un campo base su Fobos. La gravità quasi nulla del satellite di Marte faciliterebbeil lancio del razzo per il ritorno sulla Terra, ma un se un astronauta spiccasse un salto dalla superficie dell’asteroide rischierebbe di finire disperso nello spazio».
Estremamente ambizioso è invece il sogno di Elon Musk. Il progetto del noto imprenditore prevede il lancio di un centinaio di persone verso Marte con l’obiettivo di fondare una vera e propria città marziana. «Musk sta svolgendo – ha spiegato infine Luigi Bignami – numerosi esperimenti e ha intenzione di realizzare un razzo con 36 motori a metano, un carburante che sarà possibile produrre piuttosto facilmente anche su Marte. Il primo lancio non avrà persone a bordo, ma una volta arrivato sul pianeta servirà come razzo di riserva per le persone che arriveranno con la seconda missione. Secondo quanto sappiamo questo lancio potrebbe già avvenire nel 2026».
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