Laboratorio tessile abusivo. Lavoravano anche per l’alta moda
Carabinieri e Polizia Locale hanno trovato diciassette postazioni, tre i lavoratori "in nero", alloggi abusivi

Un laboratorio tessile abusivo, con tanto di alloggi per gli operai. Cinesi, ma lavoravano anche per l’alta moda italiana.
È uno scenario non inedito, che si ripete ora a Cassano Magnago.
Qui i Carabinieri, con il nucleo tutela del lavoro, e la Polizia Locale hanno scoperto appunto un laboratorio in via Bonicalza, periferia industriale della cittadina. «Grazie a una segnalazione di una cittadina è stata fatta una verifica» spiega il sindaco Nicola Poliseno.
Parte dello stabile era usato come abitazione, parte come laboratorio. La ditta risultava abusiva, vale a dire avviata senza le necessarie comunicazioni obbligatorie. All’interno 17 postazioni taglia-cuci e anche tre lavoratori in nero, come rilevato da Carabinieri e Ispettorato del Lavoro.
La Polizia Locale ha invece riscontrato l’esistenza di un appartamento-dormitorio realizzato con una serie di violazioni urbanistiche. Già solo questo elemento vale una sanzione di 3mila euro, ma le verifiche non sono finite.
Come già avvenuto in altri casi, dietro questo ambiente squallido e malsano sono venuti fuori anche pezzi di capi di vestiario «commissionati da grandissimi nomi della moda italiana» spiega il sindaco. «È scandaloso che abbigliamento di alta qualità venga prodotto con un lavoro nero: certo ci sono di mezzo i terzisti, ma non credo che i marchi non siano a conoscenza». Arrivare a dimostrarlo è tutt’altro che facile, ma il ripetersi dei casi dice che è frequente che dietro ai laboratori abusivi cinesi c’è anche un pezzo del tanto decantato made in Italy.
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