“Mancata programmazione e prepensionamenti diffusi: la sanità pubblica rischia”

Il burn out di medici e infermieri, la crescente violenza, la scarsa informazione. Sono alcuni degli elementi di crisi rilevati nel corso del convegno organizzato dalla Cisl "Varese in Salute"

convegno cisl

La sanità annaspa e sta andando incontro a una grave crisi. Servono interventi urgenti e l’applicazione vera della legge di riforma approvata quattro anni fa.

È un quadro preoccupante quello che è emerso questa mattina nella Sala Campiotti della camera di Commercio. I delegati e gli iscritti alla Funzione pubblica della Cisl si sono ritrovati per fare il punto della situazione.

In platea, ad ascoltare le voci dei diversi protagonisti del comparto, il senatore Alessandro Alfieri, l’onorevole Maria Chiara Gadda e il consigliere regionale Samuele Astuti.

Presidente camerale Fabio Lunghi
Dopo i saluti di rito portati dal padrone di casa, il presidente dell’ente camerale Fabio Lunghi che ha riassunto i timori di chi, come lui, da esterno intuisce le gravi difficoltà che incontra chi amministra il settore tra mancanza di soldi e di personale: « Finchè non si è toccati direttamente, non si capiscono le difficoltà. Oggi essere medico o infermiere è molto difficile: il dialogo tra le parti è fondamentale».

Il Sindaco di Varese Davide Galiberti
Di politiche miopi ha parlato il sindaco di Varese Davide Galimberti a proposito di “quota cento” e dei rischi a cui il settore sanità va incontro visti i pochi medici in circolazione e anche in formazione: « Quando si avviano percorsi di riforma, sarebbe bene valutare tutte le ripercussioni – ha affermato Galimberti – Ora bisogna accelerare sulle assunzioni del personale. Quanto alla riforma e alle strategie individuate per potenziare il territorio e alleggerire le attività del pronto soccorso, gli enti locali sono pronti a fare la propria parte».

Il Presidente della Commissione sanità Emanuele Monti
Al convegno, dal titolo “Varese in Salute” era invitato anche il Presidente della commissione sanità di Regione Lombardia Emanuele Monti che ha chiarito l’origine delle odierne difficoltà: « Arriviamo da anni di ristrettezze economiche che stanno provocando grossi danni anche alle regioni virtuose come la nostra. Ecco perchè chiediamo l’autonomia. Non dimentichiamoci, poi, che negli ultimi 15 anni, i residenti fuori regione che arrivano nei nostri ospedali è raddoppiato passando dal 10 al 20% e tutto ciò con la contrazione progressiva di personale. Ora, finalmente, è arrivata la notizia che possiamo allargare i lacci della borsa e aggiungere fino a 12 milioni di euro. La Riforma della sanità va nella giusta direzione. Oggi nuotiamo controcorrente e il settore pubblico deve affrontare enormi sfide. Ma siamo convinti che il pubblico debba riaffermare la sua centralità e il privato convenzionato deve essere sinergico. In questo senso è andata la sperimentazione condotta a Brescia e Milano sulle liste d’attesa, un sistema che dal primo gennaio 2020 verrà esteso alla Lombardia».

Monti ha portato, inoltre, dei dati confortanti sulle liste d’attesa: «Le prestazioni effettuate entro i tempi massimi previsti sono passate dal 78,3 per cento del 2008 all’83 per cento del primo semestre 2019, per quanto riguarda tutto il bacino gestita dall’Ats. Guardando i dati specifici della provincia di Varese, vediamo un passo in avanti importante per l’Asst dei Sette Laghi e un grande balzo per l’AsstValle Olona. L’Asst dei Sette Laghi passa dal 43,8 per cento al 44, 9 per cento tra 2018 e primo semestre 2019. Mentre l’Asst Valle Olona dal 78,4 per cento al 91,7 per cento. Nel 2018 le prestazioni effettuate entro i tempi massimi, per quanto riguarda l’Asst Sette Laghi, sono state 6.488 su 14.799, mentre nel primo semestre 2019 3.538 su 7.876. Per quanto riguarda invece l’Asst Valle Olona, 9.502 su 12.116 nel 2018, 7.463 su 8.138 nel primo semestre 2019».

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Segretario generale FNP Cisl dei Laghi Giovanni Pedrinelli
Nonostante i piccoli passi, però, l’umore di chi frequenta la sanità come operatore o utente non è dei migliori. Non lo sono i pensionati, rappresentati dal segretario generale della FNP Cisl dei Laghi Giovanni Pedrinelli: « Un quinto della popolazione varesina è over 65. Circa un quarto di questa quota si rivolge alla sanità privata anche indebitandosi. Il sistema di assistenza oggi penalizza i cronici che, non trovando alternative, finiscono ai pronto soccorso. E anche quando vengono dimessi dagli ospedali devono tornare al proprio domicilio rischiando ricadute e, quindi, nuove ospedalizzazioni. Ciò avviene perchè non ci sono percorsi guidati dopo le dimissioni. Non c’è aiuto alle famiglie. La riforma non riesce a decollare perchè i medici di medicina generale permangono estranei ai processi. Anche l’innovazione introdotta dal primo gennaio scorso, e che rende i medici di base più operativi con la redazione del PAI, non è riuscita a sbloccare l’impasse. Mancano i PRESST e i POT, non esistono “dimissioni” protette e tutto viene lasciato sulle spalle della famiglia. È davvero così difficile decidere le dimissioni organizzando già visite di controlli, esami o l’assistenza domiciliare?»

Segretario generale Cisl Medici dei Laghi Cesare Guanziroli
Critici sono anche i medici, rappresentati dal Cesare Guanziroli segretario generale Cisl Medici dei Laghi, che si dicono delusi dalla grandi aspettative messe in campo nel 2014, alla vigilia dell’approvazione della riforma, e che ancora oggi sono sulla carta : « Oggi assistiamo a una carenza epocale di medici, attirati sia dal privato convenzionato, di solito più tranquillo e tecnologicamente più attrezzato, sia dalla sanità di paesi esteri. I medici italiani sono il gruppo più numeroso tra quelli che emigrano verse realtà straniere. Siamo in una situazione delicatissima, fatta di mancata programmazione e prepensionamenti diffusi. L’allarme è generalizzato ma in Lombardia è acuito dal fatto che il sistema è un’eccellenza». Il rischio, mette in guardia il dottor Guanziroli, è il burn out dei medici, sottoposti a stress e pressioni sempre maggiori, senza contare il clima di violenza dilagante che ha coinvolto almeno la metà del personale, vittima di aggressioni verbali e anche fisiche per il 10% dei casi. La riforma non decolla, l’ospedale  dimette senza dare alternative, la riospedalizzazione divenne quasi la normalità. Si intasano i PS e questo perchè si è iniziato a tagliare i posti letto prima di avviare le soluzioni alternative. Si riaprano i letti, in attesa che vengano avviate le altre soluzioni.  Il personale è sempre quello che ci mette la faccia e affronta le situazioni. È doveroso ascoltarli».

Segretaria FP dei Laghi Simona Sessarego
Anche il comparto, infermieri e tecnici, soffre: « Occorre più comunicazione e informazione – ha ricordato Simona Sesserego segretario territoriale Fp Cisl – I lavoratori dei presidi periferici si sentono di serie B. Si chiudono posti letto, come la pediatria di Gallarate, o si cambiano sistemi operativi e il personale lo scopre all’ultimo momento. Questi sono professionisti che fanno turni massacranti, saltano riposi e fanno straordinari perché hanno un elevato senso del dovere. Ma occorre metterli in condizioni di lavorare al meglio e anche con maggior sicurezza sia nei reparti sia nei parcheggi.  Di tutte le difficoltà e le pecche del sistema, gli utenti vedono solo i ritardi, le attese, e i volti tesi degli operatori, confondendo tutto ciò con una loro mancanza di empatia. È urgente mettere mano al servizio e migliorare per far crescere il senso di appartenenza». 

Segretario regionale Cisl Lombardia Pierluigi Rancati
La sanità soffre, la diagnosi è stata definita ma la terapia non c’è ancora: « C’è ancora molto da fare per applicare la legge 23 così come era stato definito negli accordi tra Regione e sindacati nel 2014 – ha commentato il segretario regionale della Cisl Pierluigi Rancati- La gente aspetta e ha il diritto di pretendere condizioni migliori, tra assistenza territoriale, cure intermedie e rette delle RSA».

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Pubblicato il 01 Luglio 2019
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