Un piano complesso per risolvere i problemi del pronto soccorso

La direzione strategica dell'Asst Valle Olona ha allo studio una serie di interventi per alleggerire la pressione sul PS di Busto Arsizio

asst valle olona - eugenio porfido - ospedale gallarate ospedale busto arsizio

Poco personale, tempi d’attesa biblici, ricoveri in PS eccessivamente lunghi. Sono tanti i mali che affliggono il pronto soccorso di Busto Arsizio. Non è certo una situazione isolata, ma le criticità che il primario dottor Lualdi quotidianamente si trova ad affrontare vanno sistemate con un progetto complesso e articolato su cui sta lavorando la direzione strategica dell’Asst valle Olona: « Una volta che verrà spostata la cardiologia – ha spiegato il direttore generale Eugenio Porfido – avvieremo la riorganizzazione del pronto soccorso. Non riguarderà solo il personale ma anche i percorsi».

LETTI DI TRANSIZIONE
Il problema del pronto soccorso è legato a una quantità di accessi non programmabile che può causare un intasamento della cosiddetta barellaia. Per accogliere il maggior numero di pazienti bisogna mettere in atto un sistema di dimissioni più efficiente: « Il nostro intento è quello di mettere mano a tutto il percorso dall’ingresso con accettazione in PS sino alle dimissioni  – ha spiegato il dg – Occorre pensare ad alternative che rendano più flessibile ed efficace il sistema. Parlo, per esempio, delle dimissioni protette, un alleggerimento dei letti ospedalieri destinati ad acuzie ed emergenza con il paziente accolto in ambienti a minore intensità di cura. Parliamo, per esempio, dei letti di transizione con assistenza di tipo infermieristico. Stiamo valutando di avviare all’ospedale di Somma questo tipo di ricovero».

asst valle olona - eugenio porfido - ospedale gallarate ospedale busto arsizio

( il dottor Lualdi nella foto sopra a sinistra)

DISCHARGE ROOM E BED MANAGER
 Tornando al PS verrà introdotta la figura del “bed manager” che reperirà e gestirà i letti disponibili nei reparti mentre sarà attivata una “discharge room” dove accogliere quei pazienti che vanno dimessi ma che, per vari motivi, non possono lasciare subito l’ospedale. Qui potranno sostare senza interferire con la normale attività di PS. Anzi, in questa situazione, potrebbero anche avere la preparazione utile al “care giver” per rientrare al domicilio. Un’altra soluzione allo studio è l’attivazione di un reparto di “medicina di degenza breve” destinata ad accogliere pazienti che hanno bisogno di essere ricoverati ma per valutazioni di pochi giorni. Questo reparto potrebbe trovare spazio anche in locali attigui al PS che andremo a rimodulare.  Ultima novità potrebbe essere l’introduzione di percorsi veloci “fast track” per patologie e specialità definite: dopo il triage, individuata la patologia, l’infermiere potrebbe inviare subito il paziente al reparto senza farlo stazionare in PS. Problemi, per esempio, di tipo oculistico o radiografie per problematiche di lieve entità».

Tante novità allo studio per allentare la pressione al reparto messo in difficoltà dalla carenza di personale specializzato e, soprattutto, dalla mancanza di soluzioni alternative sul territorio. In questa direzione dovrebbero andare i PRESST e i POT annunciati dall’assessore Gallera in una prossima delibera ma per l’attuazione dei quali occorrerà aspettare le linee guida dei POAS, documenti di programmazione, che non arriveranno prima della primavera prossima.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Luglio 2019
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