Il medico di base annuncia: “Ricevo solo a Mornago”
La decisione di lasciare gli ambulatori del paese e della frazione comunicata con una lettera. Il sindaco si attiva: "Chiederemo ad Ats Insubria di consentire al Comune di sbrigare le pratiche per il cambio del medico"
I piccoli comuni pare abbiano un’emergenza: i medici di base. Vanno in pensione o si trasferiscono e trovare un sostituto non è semplice, una questione di cui si fa carico spesso il sindaco del paese che cerca di aiutare i cittadini più anziani.
È accaduto a Cazzago Brabbia qualche settimana fa, ora tocca a Casale Litta e Villadosia. Uno dei tre medici di famiglia ha annunciato che riceverà solo nell’ambulatorio di Mornago, lasciando quello di Casale Litta e della frazione. «Abbiamo avuto pochissimo preavviso – spiega il primo cittadino Graziano Maffioli -. Con una lettera il dottor Marco Bombelli ha annunciato l’intenzione di trasferire lo studio a Mornago. Un disagio enorme per i pazienti più anziani. Ieri è venuta in Comune una signora di 94 anni che chiedeva aiuto perché non sa come raggiungere il nuovo ambulatorio. Casale Litta è poco servita e per chi ha bisogno di recarsi spesso dal medico questo è un grosso problema».
Restano altri due medici di base: Serafino Corriero e la dottoressa Sandra Leuchi che, come è accaduto a Cazzago Brabbia, dovranno spartirsi gli assistiti.
«Non so se è possibile – spiega il sindaco – perché non so se siano al completo. Mi sto informando. Ma mi pare l’unica soluzione possibile: cambiare il medico. Mi dispiace ma Bombelli ci ha dato davvero poco tempo per organizzarci. È un suo diritto cambiare posto di lavoro, ma è anche un diritto dei pazienti trovare una soluzione alternativa, più comoda di quella che li costringerebbe ad andare fino a Mornago.
Per questo mi sono attivato e ho proposto all’Ats una soluzione che spero accettino: autorizzare il Comune a fare da tramite per il cambio del medico di famiglia. I cittadini potrebbero rivolgersi allo sportello del Comune invece di andare a fare lunghe code nelle altre sedi dell’Ats Insubria. Speriamo ce lo permettano: sarebbe la soluzione ideale»
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