“Ecco come abbiamo fatto vivere il panda del WWF”
Incontro con Giorgio Ghisolfi, regista d'animazione varesino che ha diretto il nuovo telecomunicato del WWF con il panda che parla alle Nazioni Unite
Il nuovo telecomunicato “Now or Never” del WWF è firmato dal varesino Giorgio Ghisolfi che ne ha curato anche i disegni. Il video rappresenta un Panda che di fronte alla platea delle Nazioni Unite redarguisce i presenti sul futuro della Terra. Ghisolfi ha una lunga esperienza nel settore dell’animazione e della pubblicità, oltre a essere, regista e docente. Nel cinema d’animazione ha lavorato, tra gli altri, con Bruno Bozzetto e Enzo d’Alò. Inoltre insegna cinema e comunicazione massmediale presso varie accademie universitarie italiane e straniere. Il nuovo piccolo film del WWF è anche stato presentato al termine del Jova Beach Party, sostenuto dalla stessa associazione.
(Copyright immagini 2019 Giorgio Ghisolfi)
Come è nata l’idea del video?
«L’idea è del WWF che, in vista del summit sul clima all’ONU del 23 settembre scorso, voleva lanciare un appello internazionale. Il creativo Paolo Marcellini ha pensato di far parlare, insieme ai grandi della Terra, anche il panda del WWF. Io sono stato chiamato a dirigere il progetto audiovisivo da Carlo Giudice, producer di Cow&Boys, una casa di produzione cinematografica milanese con un solido passato alle spalle. Mi è sembrata subito una idea intrigante e forte, e nel contempo una sfida. Animare e soprattutto fare recitare marchi e loghi è sempre delicato e difficile. Il film si inserisce in una bella serie realizzata dal WWF denominata “Now or Never”, che vuole sensibilizzare le coscienze sui temi ambientalisti. Poichè si trattava di animare il logo in bianco e nero del WWF, che riproduce in effetti i colori della pelliccia dell’orso panda, mi è stato chiesto di disegnare il personaggio al tratto. A mia volta ho proposto il bianco e nero per l’intero film. Mi sembra che la scelta sia stata azzeccata. I contenuti espressi dalle parole del panda ne escono rafforzati. Per consentire l’animazione ho dovuto in prima istanza recitare personalmente il testo, il conseguente doppiaggio con la voce di Luca Ward è stato la ciliegina sulla torta».
Quale la tecnica scelta e perchè?
«Insieme al mio team abbiamo creato sia le scenografie che le animazioni con uno stile quasi ” a schizzo”, che mostrasse la “manualità” del disegno e non si allontanasse troppo dalla percezione che il pubblico possiede della grafica del logo. La tecnica di animazione impiegata è quella classica, nella quale si disegnano a mano tutte le pose e il computer viene utilizzato solo per la coloritura e il compositing, ovvero l’assemblaggio. È un film apparentemente semplice, ma in realtà abbastanza complesso tecnicamente. Anche la regia che ho voluto adottare è classica e lineare, in linea con l’autorità formale che un evento all’Onu inevitabilmente possiede, ma sa ben enfatizzare alcuni momenti particolarmente intensi del monologo. Per farlo ci siamo ispirati a filmati girati proprio in occasione di grandi discorsi tenuti all’Onu».
Quali le difficoltà nel realizzarlo?
«La trasposizione del logo in personaggio animato, oltre al mantenimento delle caratteristiche grafiche, poneva ulteriori scelte stilistiche di non poco conto: il panda rappresentato nel logo del WWF non ha le pupille, ma solo due macchie nere. Questo fatto rischiava di limitare le potenzialità espressive del personaggio animato, ma d’altra parte l’inserimento delle pupille lo avrebbe allontanato dalla grafica originale. Ho deciso perciò di mantenere le macchie nere e però di mostrare finalmente anche le pupille, quasi come un effetto speciale, nel primissimo piano che avevo deciso di utilizzare per chiudere il film. Alla fine in tal modo abbiamo ottenuto ben due risultati: restare fedeli al logo e tuttavia dare espressività al personaggio, proprio nel momento del suo appello più accorato.
Anche per la sua recitazione e la mimica si ponevano domande interessanti: mantenere le caratteristiche animali dell’orso panda oppure umanizzarlo? La mia scelta è caduta su quest’ultima opzione, per molti motivi che non elenco qui, e ciò si è riverberato in una serie di indicazioni e di controllo sul lavoro degli animatori che, pur avendo un certo margine interpretativo, devono seguire le scelte del regista».
Stando ai crediti, oltre a essere il regista, ti sei occupato dei disegni. Come consideri oggi le evoluzioni tecnologiche in questo settore?
«Un film animato è di solito opera di un team. Insieme a me hanno disegnato per questo video professionisti del settore come Paolo Arisi, Claudia Giorgini, Sara Mizzi e Riccardo Ragazzini. Abbiamo utilizzato solo strumenti digitali, anche se per mia comodità ho sempre avuto sott’occhio uno storyboard cartaceo, che ha subito molti rimaneggiamenti: il testo del comunicato ha subito diverse modifiche durante la lavorazione, e ho dovuto adeguare sia la regia sia la recitazione del personaggio. Oggi esistono molti software di animazione sia per l’immagine vettoriale sia per quella bitmap, dai più semplici ai più complessi, persino in grado di fare interagire 2D e 3D. Come possiamo ben vedere dal recentissimo Re Leone della Disney, la tecnologia odierna non conosce limiti. Tuttavia tende a omologare l’estetica. Anche per questo motivo mi ha fatto piacere disegnare un film manualmente, piuttosto che realizzarlo con immagini di sintesi».
Film, Libri, insegnamento. Una vita spesa in questo settore. Più passione o più lavoro?
«La parola e l’immagine assorbono il mio tempo e prendono le mie attenzioni da sempre. Ho trasformato in lavoro una passione, non senza sacrifici. Fare cinema o letteratura è un lusso. Richiede tantissimo tempo e tantissime energie, non sempre ripagate dal denaro. Ma si tratta di cose che mi fanno stare bene con me stesso, ed è una sensazione impagabile. Anche l’insegnamento, scoperto per caso, si è rivelato una vocazione. Il rapporto con gli studenti è sempre fecondo, stimolante».
Prossimi obiettivi o impegni?
«Terrò due conferenze sui temi del mio ultimo libro Superman&Co: la prima, “Carta e Cartoni”, alle ore 18 di domenica 27 ottobre in Biblioteca Civica, tratterà dei linguaggi del fumetto e dei cartoni animati. La seconda, “Il racconto tra fumetto e cinema-Viaggi nella letteratura disegnata”, si svolgerà nell’ambito del Premio Chiara il 9 Novembre alle ore 17.30 a villa Recalcati. Insieme al critico Aldo Fresia ci occuperemo dei casi di trasposizioni del romanzo a fumetti, il Graphic Novel, nel cinema e viceversa. Confido nella partecipazione del pubblico varesino. Inoltre a dicembre uscirà l’ultimo film della trilogia Disney su Star Wars, e in libreria troverete anche il mio più recente saggio sul tema, sempre edito da Mimesis, che presenteremo anche a Varese. La saga rappresenta un fenomeno culturale talmente rilevante che non si finisce mai di studiarlo. Stavolta mi sono impegnato a indagarne gli effetti a livello sociale, anche con uno sguardo inedito al mondo comunista, quello che, nel 1977, quando uscì il primo film, ancora si trincerava dietro la cortina di ferro e bandiva i prodotti occidentali».
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