Cassani e lo stop all’azione di responsabilità. “Perché non ascoltò l’avvocato di Amsc?”

L'indagine a carico del sindaco, emersa dall'inchiesta Mensa dei Poveri, riapre il tema dell'azione di risarcimento avviata dal centrosinistra. "Perché Cassani si fidò di una mail di poche righe?"

Gallarate comune

«Cassani, perché non hai fatto appello contro la sentenza Amsc nei confronti del solo ex presidente di amsc del periodo 2006-2011? Perché non hai ascoltato l’avvocato di amsc, che ti ha scritto il 15 aprile, consigliandoti di fare appello, ma ti sei fidato di una email di poche righe, datata 8 maggio 2019, degli stessi professionisti che avevano redatto il parere pro veritate?».

Sono le domande poste dal Pd di Gallarate, all’indomani della notizia dell’indagine sul sindaco Andrea Cassani.

Il capitolo, finito un po’ in disparte ma riemerso prepotentemente con l’emergere dell’indagine, è quello dell’azione di responsabilità avviata dal centrosinistra verso gli ex amministratori di Amsc. O meglio, verso i numerosi amministratori di quella galassia di società che, negli anni Duemila, faceva capo a Nino Caianiello. Secondo gli elementi raccolti dalla Procura, Cassani sarebbe intervenuto proprio per “pilotare” la gara per la scelta dei professionisti.

La vicenda dell’azione di responsabilità si concluse appunto nel 2019 con un pronunciamento che imponeva un risarcimento a Nino Caianiello (per la “auto-assunzione” a direttore di Impianti e Servizi) ma al contempo chiedeva al Comune di pagare le spese processuali per gli altri ex amministratori chiamati in causa. Una sentenza che da un lato colpiva Caianiello (che disse comunque che «equivale a una vittoria»), dall’altro forniva il destro a Cassani per attaccare il centrosinistra di Guenzani.

Ed è proprio qui che torna il Pd: «Perché nel consiglio comunale del 17 aprile 2019 hai parlato di azione vendicativa in relazione ad una causa civile doverosa a fronte dello sperpero di 20 milioni di euro in Amsc dal 2006 al 2011?» contesta il Pd rivolgendosi. «La magistratura faccia il suo corso, il sindaco dimostri la sua innocenza, glielo auguriamo di cuore. Al tempo stesso si dimetta per avere ingannato i cittadini, trasformando la realtà ad uso e consumo della sua maggioranza, sacrificando l’interesse dei gallaratesi alla convenienza politica».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Novembre 2019
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