Legambiente Valceresio: “Il nuovo Pgt si mangia l’ultima area verde di Saltrio”

Dopo l'approvazione della variante al Piano di governo del territorio, Legambiente chiede che si rivedano la Valutazione ambientale strategica e le decisioni che comportano consumo di suolo e alterazioni all'equilibrio ambientale

Saltrio

Legambiente Valceresio scende nuovamente in campo contro la variante al Piano di governo del territorio di Saltrio, approvata nel corso dell’ultimo consiglio comunale.

“Il comune di Saltrio fa parte del Sito Unesco del Monte San Giorgio ed è un’area preziosa e da tutelare – si legge in una nota formata dal presidente di Legambiente Valceresio Sergio Franzosi –  In passato ed oggi, la Cava insistente sul monte Oro ha già pesantemente modificato gli aspetti tipici del paesaggio saltriese, perciò l’alterazione dell’ultima area verde unitaria del comune, ricca di emergenze naturalistiche e faunistiche documentabili, va attentamente valutata anche dalla soprintendenza regionale che verrà chiamata nuovamente in causa”.

In particolare Legambiente è preoccupata dell’intervento relativo all’area della vecchia cascina di via Dosso e all’ex colonia Luraschi: “Ora nel sedime comunale rimane una sola area verde omogenea di circa 8 ettari sui quali insistono due edifici in condizioni di semiabbandono per complessivi 4600 metri quadrati. L’area in questione è l’ultima con continuità di caratteristiche naturali rimasta nel comune ed è di pregio paesistico e naturalistico o di possibile uso agricolo-compatibile per cui andrebbe gelosamente preservata. Sulla stessa area il nuovo Pgt, con il pretesto del recupero (seppur auspicabile), prevede una crescita di ulteriori circa 17 mila metri quadri di nuova edificazione, a nostro parere incompatibile con la fragilità e il consumo del territorio che ne verrebbe irrimediabilmente compromesso. Un atto da evitare, in contrasto con le disposizioni di legge regionali che impongono il risparmio di suolo vergine, soprattutto, visti i recenti accadimenti, il consumo di suolo deve essere pari a zero, per non pregiudicare il futuro della terra e delle generazioni future”.

L’associazione ambientalista chiede che si possa ripensare a questa decisione, con una riapertura della Vas, la Valutazione Ambientale Strategica, e la revisione radicale del piano.

“Di fatto, partendo dalla fotografia attuale, rispetto all’ esistente urbanizzazione si andrebbero ad insediare cementificazioni pari circa a 160 nuovi appartamenti di 100 mq l’uno con un aumento di popolazione prevista di 300/ 500 nuovi abitanti. Il recupero di edifici dismessi non può in alcun modo giustificare tale aumento di cemento e di insediamenti abitativi, anche perché, come affermato nelle osservazioni portate dalla Provincia alla Vas, non si ravvisa una pressione abitativa che giustifichi tale bisogno residenziale dei cittadini. Sempre secondo la Provincia le aree compensative, restituite a scacchi, per la loro discontinuità e frammentarietà non garantiscono lo stesso valore naturalistico, né la possibilità di uso agricolo, di fruibilità ambientale e di insediamento della flora e fauna spontanea. Le lievi modifiche apportate dopo le osservazioni della Provincia in sede di VAS ed enunciate nella presentazione dal Comune non hanno per nulla, a nostro avviso, mutato il quadro in modo sostanziale. L’operazione definita “di recupero” in realtà si prospetta come una mera speculazione che non va a vantaggio della cittadinanza, ma di pochi finanziatori e investitori”.

A queste motivazioni contrarie si aggiunge, secondo Legambiente Valceresio, la mancanza di un’infrastrutturazione adeguata: “Ad esempio una già insufficiente depurazione delle acque attuale che impone come conseguenza di evitare ogni nuovo aggravio di scarichi inammissibili, tanto più che il comune si situa in zona carsica e delicata con frequenti problemi in caso di siccità o di precipitazioni eccezionali”.

Dunque questa variante va ripensata: “Legambiente Valceresio chiede la riapertura della Vas e la revisione radicale di un Pgt che ci pare tutto fuorché una tutela per l’ambiente, che verrebbe compromesso irrimediabilmente, autorizzando l’alienazione di un patrimonio comune a vantaggio di pochi, per un’operazione dalla quale la popolazione di Saltrio non trarrebbe alcun beneficio”.

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Pubblicato il 23 Dicembre 2019
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