Mercato del falso in centro città

La Finanza sequestra 650 capi d'abbigliamento delle principali griffe che venivano offerti ai clienti in un appartamento. Valore commerciale 30 mila euro

guardia di finanza busto arsizio

Un vero e proprio “bazar del falso” quello scoperto dai Baschi Verdi della Guardia di Finanza di Como in un appartamento della centrale via Tommaso Grossi dove sono stati rinvenuti e sequestrati 650 capi d’abbigliamento e accessori tra cui giubbotti, jeans, maglie, sciarpe, cappelli e scarpe con marchio contraffatto delle più note griffe: Stone Island, Moncler, Napapijri, Woolrich, Colmar, Peuterey, K-Way, Diesel, Armani, Nike, il cui valore commerciale si aggira intorno ai 30.000 euro.

Nel corso dell’attività di controllo economico del territorio, nei pressi di viale Lecco, i Finanzieri hanno notato un cittadino senegalese di 50 anni che, accortosi del loro arrivo, ha abbandonato un borsone contenente 12 giubbotti della Woolrich per poi nascondersi all’interno di un bar. I primi accertamenti effettuati nei confronti del senegalese, dopo averlo fermato per i controlli di rito, permettevano di rilevare che, nonostante lo stesso fosse residente in località Merone (CO), dimorava, di fatto, in Como, in via Tommaso Grossi.

Nell’abitazione, i prodotti erano stati stipati in una camera adibita a magazzino, all’interno di buste, in armadi, bauli, valigie e scatoloni. Nel corso della perquisizione domiciliare, sono stati rinvenuti anche alcuni appunti il cui contenuto sarà analizzato per determinare il reale giro d’affari dell’uomo nonché per identificare tutta la filiera del falso.

L’extracomunitario, con a carico numerosi precedenti di polizia tra cui resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, danneggiamento e lesioni personali, è stato denunciato alla locale Autorità Giudiziaria per i reati di ricettazione, commercio di prodotti falsi e permanenza irregolare sul territorio nazionale in quanto privo di permesso di soggiorno.

L’attività di servizio condotta dai Finanzieri di Como mira a reprimere la produzione ed il commercio di prodotti non genuini che danneggiano il mercato, sottraggono opportunità e lavoro alle imprese che rispettano le regole e, contemporaneamente, mettono gravemente in pericolo la salute dei consumatori.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Febbraio 2020
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