Il Centro Beccaria: “Per i test sierologici, siamo in attesa di indicazioni da Regione”

Una direttiva regionale di fine marzo vieta a ogni laboratorio di avviare screening senza autorizzazione. Il Centro si è comunque preparato per offrire screening altamente affidabili

Centro polispecialistico beccaria

Una fase 2 sicura passa da una fotografia dello stato dell’immunità di gregge. Ripartire senza conoscere la percentuale di immunizzati rischia di riservare brutte sorprese.
L’assessore al Welfare Giulio Gallera ha assicurato che dal 29 aprile tutte le province lombarde avvieranno una campagna di indagine sierologica.

Dal 29 aprile però, perchè al momento è tutto fermo.
Lo ribadisce in un comunicato il Centro Polispecialistico Beccaria:

«Tutti i giorni riceviamo centinaia di richieste e domande per effettuare questi ormai famosi test sierologici.
Ci viene chiesto come mai in alcuni piccoli laboratori, Comuni, poliambulatori e persino studi medici vengano invece eseguiti, mentre al Beccaria non siamo ancora partiti.

Vorrei allora girare la domanda a voi lettori, cittadini ed imprenditori: come mai secondo voi i laboratori più organizzati ed importanti del nostro territorio, tra cui il Beccaria, il Cedal di Gallarate, il CDI, Synlab, Cerba, Humanitas e lo stesso Ospedale non eseguono questi test?
Certamente non per mancanza di competenze, strumentazione e metodiche.

Stiamo semplicemente rispettando una Direttiva di Regione Lombardia (G1.2020.0014810 del 30/03/2020) che impone a tutti i “laboratori pubblici e privati a contratto di non avviare l’esecuzione dei test e la diagnostica relativa al COVID-19 se non attivati dalla Unità di Crisi”.

La “ratio” di questa circolare può avere molte interpretazioni, ma una cosa è chiara: c’è e ci sarà una grande richiesta per questi test e pertanto è necessario fare la massima attenzione a cosa si può offrire in termini di affidabilità dell’esame, considerata l’importanza della risposta.

Regione Lombardia certamente a breve darà ai laboratori pubblici e privati accreditati indicazioni su tipologie e metodiche che si potranno utilizzare, ma soltanto dopo una scelta oculata da un punto di vista scientifico del test e dei laboratori che potranno eseguirli.

Nel frattempo in queste ultime settimane abbiamo lavorato duramente per poter offrire ai nostri pazienti il più alto grado di affidabilità dei test a cui si vorranno sottoporre, grazie a contatti diretti con il Policlinico San Matteo di Pavia ed alle più alte autorità in merito.
In che modo? Nel nostro Centro non ci sarà spazio per i test c.d. “rapidi”, ovvero test “qualitativi” che indicano solo se un soggetto è positivo e negativo (come un test di gravidanza che si compra farmacia) ed hanno una sensibilità e specificità variabile e discutibile essendo assolutamente “operatore-dipendente” nella loro interpretazione.

Questa è d’altronde l’opinione già fornita anche dall’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) con un comunicato il 31.03.2020.
Come purtroppo stiamo constatando di persona, ce ne sono molti in circolazione e la gestione assolutamente incontrollata del loro utilizzo in contesto extra-ospedaliero, crea confusione tra i cittadini dando loro l’idea di avere una “patente di immunità”.

Nel nostro Centro saranno eseguiti solo test “quantitativi”, ovvero test che possono essere effettuati solo in Laboratorio e che sapranno “quantificare” il numero di anticorpi presenti .

L’obiettivo principale è quello di ricercare gli anticorpi neutralizzanti del Covid-19, ovvero anticorpi che forniranno una immunità inibendo la replicazione virale.
Per quanto durerà l’immunità? Questo ancora non è possibile saperlo vista la giovane età di questo virus.

Dopo una storia lunga 44 anni e milioni di esami di laboratorio alle nostre spalle siamo certi che la professionalità, la correttezza ed il rispetto delle regole vengano prima di ogni cosa. Non appena ci sarà il via libera di Regione Lombardia e la validazione dei test, noi ci saremo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Aprile 2020
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