Peculato, chiesti 3 anni e 6 mesi per l’ex-direttore di Castellanza Servizi
Il pm ha chiesto anche la condanna dell'imprenditore Romanò a 3 anni e 4 mesi

Giunge alle fasi conclusive il processo con rito abbreviato nei confronti dell’ex-direttore di Castellanza Servizi e Patrimonio, Paolo Ramolini, e dell’imprenditore legnanese Alberto Romanò, a giudizio per peculato relativamente alla vicenda (emersa nel novembre del 2019) dei lavori eseguiti a casa della figlia di Ramolini e che, secondo la Procura della Repubblica di Busto Arsizio, sarebbero stati “accollati” all’azienda municipalizzata di Castellanza nella quale Ramolini aveva un certo peso.
Lavori in casa ma paga Castellanza Servizi, arrestato il direttore della municipalizzata
L’indagine, condotta dal sostituto procuratore Martina Melita, aveva fatto emergere fatture per 14 mila euro, intestate a Castellanza Servizi, per lavori che non sarebbero mai stati eseguiti per conto della società, bensì per i serramenti della casa della figlia dell’ex-procuratore della Csp.
Nell’udienza di oggi, davanti al Gup Nicoletta Guerrero, accusa e difese (Francesco Trotta per Ramolini e Maira Cacucci per Romanò) hanno discusso. Il pm ha chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi per Ramolini e a 3 anni e 4 mesi per Romanò.
I difensori hanno chiesto l’assoluzione dimostrando, dal loro punto di vista, che tutto si è svolto regolarmente. In particolare l’avvocato Cacucci ha mostrato al giudice che le fatture ritenute false dalla procura fossero, in realtà, relative a lavori svolti dall’impresa legnanese per conto della Castellanza Servizi e Patrimonio con le relative bolle di accompagnamento dei materiali e foto degli interventi eseguiti. Anche per quanto riguarda i lavori a casa della figlia, il difensore ha mostrato i bonifici dei pagamenti eseguiti da Ramolini e le relative fatture e bolle di accompagnamento.
Destino diverso, invece, per l’ex-dipendente della farmacia comunale Sara Costingo che, accusata insieme a Ramolini di truffa ai danni dello Stato, ha chiesto la messa alla prova per la vicenda delle vacanze a spese della stessa municipalizzata: la donna, dipendente della farmacia comunale San Giulio, risultava presente al lavoro anche nei giorni in cui era in vacanza in Turchia proprio con Ramolini per raggiungere il marito della Costingo che lavora a Instanbul.
L’avvocato Trotta ha, inoltre, prodotto documentazione societaria che dimostrerebbe come Ramolini non avrebbe avuto il potere di controllo sui dipendenti. Inoltre Sara Costingo era a casa per un recupero di ore di lavoro straordinario non retribuito, sistema in vigore dal 1986 nella società.
La denuncia di una dipendente ha scoperchiato il malaffare nella municipalizzata
La prossima udienza sarà dedicata alle eventuali repliche e alla sentenza. Nella vicenda il Comune di Castellanza si è costituito parte civile.
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