Una città a misura di bambini, anche con disabilità

La proposta di Spazio Blu Autismo prende spunto da quella fatta dal Terzo settore per Milano, chiedendo regole praticabili per le riaperture

campi estivi infanzia

Le linee guida varate rendono sostanzialmente non realizzabili le attività educative ed animative per le giovani generazioni e per le categorie più a rischio”, si legge nella lettera scritta dal Forum Terzo settore di Milano (che include realtà Arci e Cdo, passando per Legambiente e Scout) al sindaco Sala chiedendo di fare pressione sulle autorità regionali affinché non  impongano “livelli di protezione impraticabili e ragionevolmente poco funzionali, che poi lasciano solamente alle famiglie e ai cittadini trovare la soluzione privata a problemi di natura pubblica”.
Parte da qui l’appello lanciato da Cristina Finazzi, portavoce di Spazio Blu Autismo e tra le responsabili lombarde dell’associazione Uniti per l’autismo, perché anche Varese si candidi ad essere una città a misura di bambino, anche con disabilità, per l’estate che ci prepariamo ad affrontare.

Le scuole sono state le prime a chiudere e saranno le ultime a riaprire, forse, a settembre. Le uniche linee guida che riguardano le riaperture “a misura di bambino” di aree giochi e campi estivi sono state varate dieci giorni fa. Ma prevedono misure di sicurezza talmente complesse che di fatto le aree gioco rimangono chiuse nelle principali città
Anche sul fronte dei campi estivi, in attesa dei decreti attuativi regionali, alcune realtà che di solito proponevano per bambini e ragazzi attività stagionali, hanno già rinunciato a lanciare la loro proposta per il 2020 per le condizioni imposte non sostenibili.

A farne le spese sono le famiglie e i bambini. Soprattutto i bambini in situazione di fragilità o con disabilità: “L’interruzione delle routine, la forzata permanenza in casa con i genitori, la mancanza delle figure di riferimento educative hanno rappresentato la rinuncia all’unico modello di intervento in grado di dare una qualità della vita accettabile alle persone con autismo – spiega Cristina Finazzi – Siamo stati testimoni in prima persona di allarmanti forme regressive a livello psicologico e comportamentale dei nostri ragazzi”, aggiunge con riferimento a episodi d’ansia o esplosioni di aggressività, oltre ai compromessi livelli di socializzazione.

A fronte di queste difficoltà “in ambito istituzionale vediamo una sconcertante mancanza di regole definite, di piani operativi, di linee guida e di protocolli per la ripartenza di centri diurni, dei centri estivi e delle attività ambulatoriali sia pubbliche che private”, denuncia. “Riteniamo importante che tali attività, seppure nel rispetto delle norme sul contenimento dell’ epidemia, siano riprese nel più breve tempo possibile a favore dei nostri ragazzi e dei loro genitori che da fine febbraio hanno dovuto sostenere una presa in carico totale h24 dei loro figli con problemi di disabilità intellettiva”, conclude Cristina Finazzi auspicando che per tutti i bambini siano al più presto nuovamente praticabili forme di aggregazione, in sicurezza.

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Pubblicato il 26 Maggio 2020
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