Tra ricordi e consigli, ecco i vostri Tiramisu
Avete raccolto con entusiasmo il nostro appello a raccontarci il vostro tiramisu: ecco i vostri contributi
Avete raccolto con entusiasmo il nostro appello a raccontarci il vostro tiramisu, che si può considerare dolce simbolo della fine della quarantena, e della voglia di rialzarsi.
Sono arrivati infatti già i primi contributi alla nostra email redazione@varesenews.it: tra foto, ricette e ricordi. Abbiamo cosi deciso di raccoglierle non solo in una galleria fotografica, ma anche in questo articolo, che conserverà tutti i contributi
Raccontaci il tuo Tiramisu, il dolce simbolo dell’Italia che torna a vivere insieme
Se tutto questo parlare di tiramisu vi mette fame ma non avete voglia di prepararlo, ricordatevi che c’è un metodo per mangiarlo senza sensi di colpa: Il TiramiSU realizzato e venduto da Tigros in questi giorni è uno dei tre prodotti dedicati all’Italia che si rialza, il cui ricavato sarà devoluto alla Croce Rossa Italiana.
I VOSTRI CONTRIBUTI: FOTO, RICORDI, RICETTE
Eleonora ci ha raccontato il suo Tiramisù menta e liquirizia, dandoci la sua ricetta:
“Si prepara la crema: Tuorli e zucchero,poi aggiungo mascarpone ed infine aggiungo senza uso di sbattitore gli albumi montati a neve ferma con pizzico sale. Poi in una ciotola metto del latte e dello sciroppo di menta e vi bagno savoiardi e tra uno strato ed un altro polverizzo con liquirizia in polvere….”
Si scusa per non avere una foto dell’opera, ma ci possiamo accontentare: è già golosa così…
Barbara invece ci ha sfidato via social, presentandoci la sua splendida opera non ancora mangiata: niente male!
Simona ci manda una vera e propria storia sul “suo tiramisu” e su quanto questo dolce rappresenta per lei:
“Nella mia infanzia il tiramisù non è mai mancato, se non altro perché è un dolce rapido da preparare (la mia mamma non ha mai sacrificato volentieri il suo tempo ai fornelli) e anche perché a casa della mia amica Laura se ne mangiava una versione sopra le righe!
Poi per anni il nulla…ho trascorso quasi un ventennio senza più mangiarlo né prepararlo, un po’ per scelta e un po’ perché ho un debole per i dolci da forno. E posso dire di averne pressoché dimenticato il piacere.
A trent’anni la vita mi porta in Florida per qualche tempo…tra le mie nuove amicizie c’è una collega tailandese, giramondo, che non tarda a confessarmi le sue italianissime passioni per il caffè e il “tilamisù”. Decido di stupirla preparandole a sorpresa – per il suo quarantesimo compleanno – un tiramisù made in USA. Il risultato (nonostante il “mascarpone” improvvisato a partire dalla panna) è soddisfacente – almeno per lei – ma io continuo a preferire altri dolci.
La svolta arriva dopo altri 12 lunghi anni: l’amica tailandese viene a trovarmi in Italia e questa volta so di poter contare sugli ingredienti giusti! Ci riprovo e gioco anche il mio asso nella manica: mi faccio whatsappare qualche dritta da Laura (con cui sono ancora in contatto a distanza di qualche decennio) che nel frattempo ha ereditato tutti i segreti di mamma Dirce, compresi gli albumi sbattuti a neve per rendere la crema più soffice. È fatta! Questa volta il tiramisù riconquista anche me, ma soprattutto i miei figli che assaggiano per la prima volta questo dolce sconosciuto! È il loro entusiasmo a far rientrare a pieno titolo il tiramisù tra i dolci per le occasioni speciali (sì, perché resto dell’idea che vada assunto comunque con moderazione).
Aspetto quasi un altro anno per prepararlo di nuovo e questa volta siamo in pieno lockdown da Covid-19: un’occasione decisamente unica.”
Oltre al ricordo, Simona ci ha lasciato anche la foto: era tanto golosa che, oltre a inserirla nella galleria fotografica, l’abbiamo “eletta” come copertina di questo articolo.
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