Cassani si difende: “Nelle carte solo calunnie”

Il sindaco di Gallarate, indagato nell'inchiesta Mensa dei Poveri, contrattacca dopo aver letto gli atti: "Illazioni di chi evidentemente ritenuto di confondere un po’ le acque"

La nuova giunta di Andrea Cassani

«Finalmente tra ieri e oggi, io e il mio avvocato Cesare Cicorella, abbiamo letto gli atti ed essi dimostrano solo ciò che ripeto da mesi: non vi è nessuna prova di un mio coinvolgimento. E non potrebbe essere altrimenti, essendo il sottoscritto assolutamente estraneo alle due turbative».

Contrattacca, il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, dopo l’avviso di conclusione indagini che prelude (è molto probabile) ad un rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta Mensa dei Poveri, che ha terremotato la politica gallaratese – e non solo – a partire da maggio 2019.

Cassani si dice «estraneo, proprio come emerge da oltre due anni di minuziose e sofisticate indagini condotte dalla DDA» e «ora tirato in ballo solo in virtù di calunnie». La posizione del sindaco è cambiata già nell’autunno scorso: se prima – nelle carte dell’ordinanza – Cassani veniva considerato anche elemento di disturbo da parte del “gruppo Caianiello” (che comprendeva politici, membri della giunta, imprenditori), da novembre 2019 il primo cittadino è stato indagato, su due vicende emerse dal prosieguo dell’indagine: la gara per l’affidamento della revisione del Pgt e quella per l’incarico legale sulla spinosa vicenda della azione di responsabilità contro gli ex amministratori di Amsc in era Caianiello.

«Ci sono illazioni, senza alcun valore probatorio, di persone che hanno fatto dichiarazioni perché nel momento in cui le hanno rese, stavano vivendo situazioni stressanti e hanno evidentemente ritenuto di confondere un po’ le acque. Cercando di coinvolgere in questo “minestrone” quante più persone potessero mettere. Ciò mi fa ovviamente indignare, ma posso umanamente comprendere che chi viene messo in carcere, pur di provare a uscirne, è indotto a dire qualsiasi cosa pur di provare a modificare la propria posizione».

«Se si leggono e analizzano i verbali, alcuni indagati nei vari interrogatori a cui sono stati sottoposti, forniscono versioni antitetiche con le loro precedenti dichiarazioni e ovviamente in tutte le varie testimonianze rese nei confronti del sottoscritto nessuno parla mai di fatti appresi direttamente o per certo, ma sono solamente affermazioni riferite da terze persone e supposizioni. Tutte dichiarazioni contrastanti in modo intrinseco ed estrinseco che non fanno altro che dimostrare l’inconsistenza delle accuse. Se a ciò assommiamo l’illogicità di tali imputazioni a fronte delle mie condotte (che risultano dalle carte, dalle cronache e dalle intercettazioni), è evidente come qualcuno abbia provato a coinvolgermi impropriamente. Da quello che abbiamo letto appare evidente come il Magistrato non possa giudicare e demandi al Giudice le valutazioni su quanto contenuto negli atti. Non avendo nulla da temere non ho preoccupazioni e nei prossimi giorni valuterò con il mio avvocato come muovermi per dimostrare la mia assoluta estraneità a queste vicende».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Giugno 2020
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