Il teatro di Varese, come dovrebbe essere

La relazione che verrà presentata alle commisisoni consigliari e alla Regione Lombardia tratteggia le necessità di un teatro di Varese moderno: ecco l'identikit

teatro generico

Dalle analisi e dagli incontri di confronto con diversi operatori avvenuta dopo il lancio della proposta Politeama, è emersa una prima possibile descrizione dei “desiderata” per il nuovo teatro di Varese.

Questi sono stati elencati nel documento di fattibilità per il nuovo teatro di Varese, che verrà presentato venerdì alle tre commissioni Urbanistica, Cultura e Lavori Pubblici. Un elenco che permette di tracciare l’identikit del nuovo Teatro di Varese.

COSA SERVE AL NUOVO TEATRO DI VARESE

Una sala del teatro con capienza massima di 800÷900 poltrone, con la possibilità di ridurre la capienza a 500 posti per gli eventi minori per evitare, per gli spettacoli minori, la presenza obbligatoria dei Vigili del Fuoco ed il conseguente costo.

La possibilità di ospitare eventi del teatro cosiddetto “commerciale”, che prevedono: boccascena e palcoscenico di dimensioni adeguate, torre scenica con graticcia tradizionale ed a movimentazione elettrica, camerini in numero sufficiente, accesso separato per gli artisti, facilità di scarico delle attrezzature.

La possibilità di ospitare eventi di musica classica (piccoli ensemble ed orchestre) senza necessità di allestire la cosiddetta “scatola sonora” all’interno del palcoscenico (troppo costosa): per questo è sufficiente un’area “fuori scena” per gli orchestrali e la facilità di trasporto degli strumenti musicali.

La possibilità di ospitare eventi di musica contemporanea (jazz, pop, rock, elettronica) con amplificazione sospesa e regia tecnica in sala.

La possibilità di trasformazione della sala per accogliere musica/teatro sperimentale e d’avanguardia. Più in particolare la possibilità di rimuoverela divisione palco/pubblico del boccascena tradizionale con palco disponibile all’interno della sala stessa.

La presenza delle necessarie predisposizioni per l’utilizzo “creativo” delle recenti tecnologie audiovisuali (video proiezione, audio immersivo, ecc.).

La possibilità di modificare con semplicità la conformazione della sala, che deve poter avvenire in poco tempo e con personale ridotto – utilizzo di macchinari “intelligenti”; oltre a ridurre i costi di trasformazione (che verrebbero ad incidere sull’evento specifico): l’obbiettivo è quello di consentire una rapida successione di eventi diversi.

Una ampia disponibilità di attrezzature sceniche residenti (amplificazione sonora, illuminazione di scena, quinte e fondali) allo scopo di ridurre i noleggi ed il conseguente costo, in particolare per gli spettacoli minori.

Una sala confortevole per il pubblico e con buona acustica, necessariamente variabile per adattarsi alle diverse forme di spettacolo, con attenzione alle esigenze della musica strumentale classica.

Un atrio e foyer di galleria di dimensioni adeguate a consentire la possibilità che l’intero pubblico rimanga all’interno dell’edificio durante le pause e gli intervalli, e la possibilità di utilizzo autonomo di tali spazi per attività parallele, negli orari in cui la sala non è aperta al pubblico.

Dei locali a disposizione per attività diverse come corsi di insegnamento, prove, incontri con la stampa, incontri con le associazioni, eccetera.

Orari di apertura dell’edificio estesi anche durante il giorno ed in assenza di spettacolo, con attività come mostre ed esposizioni, vendita di gadget, attività informativa anche turistica, in un edificio “trasparente” verso la piazza e la città, che invogli il passante occasionale ad avvicinarsi ed a partecipare.

Forte contenimento dei costi ordinari di gestione e dei costi connessi al singolo evento, allo scopo di permettere l’uso della sala anche da proponenti con budget limitato.

LE QUESTIONI PIÙ DIBATTUTE: DIMENSIONE DEL TEATRO E POSSIBILITÀ DI ACCESSO AI TIR

Due questioni sono state oggetto di dibattito nei mesi seguenti alla notizia dell'”Ipotesi Politeama” per il nuovo teatro di Varese.

La prima è stata la capienza: l’ipotesi Politeama – ma anche quella del nuovo Teatro di piazza Repubblica – prevede un numero di poltrone sensibilmente inferiore a quello dell’attuale Apollonio, 900 contro i 1500 attuali.
A questo proposito la relazione spiega:

Una capienza massima di 900 poltrone non è ostacolo ad ospitare eventi (teatrali o musicali) del circuito commerciale; molti teatri italiani – in particolare quelli ottenuti per recupero di edifici storici (quali a Milano il Teatro Manzoni – 850 posti, il Teatro Nuovo – 1100 posti, il Teatro Carcano – 990 posti, il Teatro Ciak – 800 posti, il Teatro dell’Arte – 500 posti) hanno una simile capienza senza particolari rinunce nel cartellone; anche sale di recente costruzione, si pensi al il Piccolo Teatro Strehler di Milano (960 posti), al LAC di Lugano (980 posti), al Maggiore di Verbania (560 posti) presentano un programma molto diversificato in cui non mancano eventi commerciali. La “densità” del cartellone sembra più dipendente dalla qualità della sala (e dall’abilità nella gestione) che non dal numero dei posti a sedere.

Infine, un’altra questione molto dibattuta è relativa all’accesso al palco con mezzi di trasporto di grande dimensione (TIR). In questo caso il report risponde così:

La necessità di movimentare un gran mole di materiale scenico (tipica del teatro della prima metà del novecento) non è più una caratteristica del teatro di oggi, sia perché i costi conseguenti sono elevati e non più sostenibili per le stesse compagnie, sia perché la necessità di una “illusione scenica” con grandi mezzi materiali (arredi, fondali, ecc.) non è più ingrediente centrale del teatro odierno né lo sarà per il teatro futuro, con l’introduzione delle tecnologie virtuali. La necessità di accesso al palcoscenico di grandi TIR, con il conseguente forte impatto sull’area necessaria e sulla viabilità conseguente, non è quindi più determinante nel definire la collocazione di un teatro; d’altra parte, la maggior parte dei teatri italiani, non solo quelli storici, sono in posizione centrale nelle città, spesso circondati da viabilità ristretta e ciò non appare impedimento al cartellone. Va poi detto che la quantità di attrezzatura scenica da movimentare per il singolo spettacolo è inversamente proporzionale alla dotazione residente del teatro; più il teatro dispone di un proprio diversificato parco audio, luci e scene, minore la necessità di nolo e minori i tempi / costi di allestimento di un evento

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Pubblicato il 03 Giugno 2020
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