L’ospedale di Somma? “Presidio territoriale, anche quando si farà l’ospedale unico”
La Regione interverrà per rinnovare gli infissi del poliambulatorio di via Fuser. Il presidente della Commissione Monti in visita parla di trasferimento degli ambulatori dentro al Bellini e di un nuovo futuro da pensare per la struttura

Regione Lombardia mette mano all’edificio del poliambulatorio di via Fuser a Somma Lombardo, parte (seppur distaccata di qualche decina di metri) del complesso ospedaliero del “Bellini”. «Abbiamo stanziato risorse per il rifacimento degli infissi» spiega il consigliere regionale Emanuele Monti.
Monti, presidente della Commissione sanità, si è presentato a Somma per un sopralluogo, insieme ad Alberto Barcaro, consigliere delegato alla Protezione Civile in Provincia, consigliere comunale (e candidato sindaco) a Somma.
«Su segnalazioni di Alberto abbiamo lavorato per dare autonomia di risorse all’azienda ospedaliera per affrontare i lavori necessari». Barcaro ringrazia per l’attenzione a Somma: «Ci sono state manifestate criticità, le abbiamo condivise con il consigliere Monti prima al telefono e poi di persona, oggi anche con sopralluogo».
Ovviamente è anche l’occasione per ragionare sul destino dell’ospedale di Somma e della “depandance” di via Fuser: «Tutto ciò che necessita di specializzazione ha senso nei grandi ospedali come quelli esistenti a Busto e Gallarate o il futuro ospedale unico. Sul territorio deve rimanere la presa in carico: oggi dobbiamo migliorare perché non c’è risposta abbastanza accurata. Lo vediamo dagli accessi al pronto soccorso, che sono troppi perché non ci sono risposte sufficienti dai medici del territorio».

Quanto al padiglione del poliambulatorio, per ora si interviene ma Monti apre a ogni ipotesi: «Abbiamo oggi una sovrabbondanza di strutture, forse è meglio intervenire per ripensare ad alcune strutture». L’ipotesi è «portare i servizi erogati qua all’interno dell’ospedale Bellini, senza attendere strutture nuove. E poi ragionare su come questa struttura può dare ancora: si può andare verso una alienazione per recuperare risorse o magari ragionare anche con l’ente Comune per un uso per strutture disabilità e socio assistenziale».

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