Tre ministeri per la ristorazione. “Ci vogliono una regia unica e una legge nuova
Le proposte della Federazione italiana pubblici servizi agli Stati generali dell'economia: continuare nel sostegno alla liquidità, rafforzare la filiera agroalimentare e il superamento di una legge vecchia di trent'anni

Presente e futuro della ristorazione italiana con proposte e soluzioni per ripartire dopo i mesi di profonda crisi. Questi i temi al centro dell’intervento di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), oggi agli Stati Generali dell’Economia in corso a Villa Pamphilj.
I rappresentatnti di Fipe hanno suggerito provvedimenti emergenziali, capaci cioè di tamponare i problemi economico-finanziari impedendo la chiusura di molte aziende, e altri provvedimenti, invece, di natura strutturale e di visione per rilanciare il comparto.
Fipe chiede il rafforzamento dei provvedimenti di sostegno per le imprese, in modo particolare sui temi degli indennizzi per le ingenti perdite di fatturato, della liquidità per la quale si è risollecitata la tempestività e delle competenze professionali da preservare, con tutti gli strumenti di protezione sociale disponibili. I provvedimenti strutturali e di visione strategica del settore riguardano, invece, l’attivazione di politiche governative sulla ristorazione e la filiera agroalimentare, coordinate ed unitarie, capaci di dare dignità istituzionale al settore.
Oggi le competenze sulla ristorazione sono frammentate su tre ministeri – Sviluppo economico, Agricoltura e Turismo – che hanno altre priorità settoriali con i danni che da tempo Fipe denuncia: «Asimmetria di regole, concorrenza sleale, dequalificazione e despecializzazione professionale, sviluppo delle malattie cibo-alcol correlate – alcolismo, obesità, intolleranze e allergie alimentari -, fenomeni sociali gravi – mala movida e infiltrazioni “malavitose».
Infine, secondo Fipe, fondamentale è una regia unica che sappia migliorare il settore nell’interesse anche del Paese, favorendo la sua trasformazione digitale, investendo sul suo capitale umano, rafforzando l’identità con elementi strategici per la filiera agroalimentare e turistica, rivedendo il sistema delle regole uniche per tutto il settore.
«Il settore – sottolineano i rappresentanti della federazione – è disciplinato da una legge che ha trent’anni (Legge 287/1991), quando esisteva un altro mercato e altri modelli di consumo. La domanda è cambiata, i modelli di consumo si sono evoluti, il paese ha bisogno, anche, di una ristorazione forte per il suo rilancio».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Fabio Rocchi su "Mio figlio di 7 anni allontanato dall'oratorio di Gorla Maggiore perché musulmano"
fracode su Anche questa domenica si scende in piazza a Varese per la Palestina
Fabio Rocchi su Dal Pentagono a Tianjin: quando la guerra torna a chiamarsi guerra
lenny54 su Il Pd di Gallarate attacca Cassani: "Paladino della macchina propagandistica programmata dal governo Netanyahu"
bianca1977 su Varese si prepara a dire addio alla piscina di via Copelli: al suo posto si valuta un impianto per la pallavolo
Fabrizio Tamborini su Elly Schlein a Varese: “È una vergogna che prosegua l’occupazione di Gaza, e il silenzio del governo Italiano è complicità”
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.