Un’assemblea ai giardini Estensi per continuare a fare sentire la voce sui problemi delle scuole
Mentre la “questione banchi” al Manzoni si risolve, un gruppo di studenti di alcuni istituti varesini si organizza per andare oltre: e per farlo indice un’assemblea all’aperto che coinvolge i rappresentanti di diversi istituti
Mentre la “questione banchi” al Manzoni si risolve, un gruppo di studenti di alcuni istituti varesini si organizza per andare oltre: e per farlo indice un’assemblea all’aperto, ai giardini Estensi, che coinvolge i rappresentanti di diversi istituti.
«Il problema dei banchi nella nostra scuola è risolto: il preside ha spostato classi senza banchi in palestra, dove studiano sui banchi vecchi in attesa di quelli nuovi – spiega Matteo, studente del Manzoni che partecipa a questa particolare assemblea interistituto, autogestita e in sicurezza – Ma risolti questi. i problemi della nostra scuola restano: cattedre mancanti, strutture vecchie. Questi problemi non finiscono con i banchi e non sono cominciati con il Covid. Questa è un emergenza dell’emergenza».
Cosi, alcune decine di studenti si sono riuniti per decidere se e come partecipare allo sciopero nazionale del 25 e 26 settembre, che unisce docenti e studenti, e per questo dialogano con loro anche studenti più organizzati, provenienti dalle università di Milano e dalle sedi di Como.
Come Giulia, rappresentante dell’Uds, comasca, che spiega loro la situazione “fuori da Varese”: «A Milano e in tutta la provincia ci sono moltissime scuole nella stessa condizione della vostra, per questo vogliamo unirci per far sentire la nostra voce».
Oppure Ettore, universitario di Milano che tiene a sottolineare che: «Questa è una manifestazione che non c’entra con “la politica”ed è senza sigle ma è una battaglia politica: perchè si occupa di problemi che hanno un valore sociale».
Questa però: «Non è una assemblea politica, o che vi vuole far entrare in qualche formazione – ha sottolineato Angelo, all’ultimo anno di scuola al Newton -È una assemblea per continuare a parlare dei problemi delle nostre scuole»: che non iniziano dai banchi e non finiscono con il Covid.
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