Undici ultras varesini condannati per gli scontri del Paladozza di Bologna
I fatti risalgono all'aprile del 2018, prima della partita tra la Virtus e la Openjobmetis. Il giudizio si riferisce a chi ha scelto il rito abbreviato
È di undici condanne il bilancio per gli ultras varesini (la sigla era quella degli “Arditi”) che presero parte agli scontri tra tifoserie avvenute al di fuori del PalaDozza di Bologna il 22 aprile 2018, poco prima della partita di basket tra i padroni di casa della Virtus e la Openjobmetis Varese che in quella occasione vinse la partita per 69-71.
La sentenza si riferisce solo agli imputati che hanno scelto la via del rito abbreviato: 20 in tutto, 14 dei quali varesini. Di questi ultimi, sette sono stati condannati per rissa, quattro per per detenzione di oggetti contundenti mentre tre hanno ottenuto l’assoluzione con formula piena. Le condanne variano tra l’anno e i quattro mesi; tre delle persone coinvolte hanno precedenti mentre per gli altri – incensurati – le pene sono state sospese.
Gli avvocati difensori (Marco Bianchi di Varese e i colleghi bolognesi Gabriele Bordoni e Luca Portincasa), pur moderatamente soddisfatti delle sentenze hanno preannunciato il ricorso in appello per la riduzione delle pene, in particolare per quegli imputati condannati per la presenza di oggetti contundenti posti nella stiva degli automezzi.
I tafferugli erano avvenuti, come detto, prima dell’inizio della partita nelle strade circostanti il palasport bolognese, tra via Calori e via Graziano. Gli ultras varesini erano giunti con auto e pullmini e si sono scontrati con quelli della Virtus presenti in un bar della zona, utilizzando aste, bastoni, spranghe, catene e altri oggetti simili. Ad avere la peggio un tifoso bolognese raggiunto da una coltellata. Restano intanto aperte le posizioni di quegli imputati che hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario: per loro la sentenza è prevista per il 2021.
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