Gli Amici del Piccio chiedono di aprire al pubblico il “Presepe di radici”
L’opera, realizzata dall’artista Fermo Formentini, risulta da alcuni anni irraggiungibile

Un patrimonio sotto chiave che appartiene a un’intera comunità: è la storia del presepe di Bosco, frazione di Montegrino Valtravaglia dove viveva Fermo Formentini, appassionato di natura, legno e scultura che dalle radici degli alberi ricavava pezzi per il suo mitico presepe.
Alla morte di Formentini nel 2015 però, cominciano i problemi: il presepe viene donato alla chiesa di Bosco e l’ente che dovrà curarsi di questo patrimonio artistico è individuato nell’associazione “Amici del Piccio” oggi presieduta da Carolina De Vittori che ha voluto rendere pubblico il problema. Si tratta dell’impossibilità, ad oggi, per l’associazione di poter aprire alle visite il presepe di legno del signor Formentini poiché chiuso in un locale della chiesa di Bosco.

Alla base della questione vi è una sorta di “tira e molla“ fra la parrocchia e associazione: bozze di contratto per la gestione, ipotesi di spostamento, lettere all’Arcivescovado, mediazioni e ricerca di soluzioni per ridare le opere a Bosco e, soprattutto, rapporti sempre più tesi fra parrocchia e associazione.
Ma per ora ancora nulla di fatto e oggi «le sale del presepe sono chiuse», spiega la stessa Carolina De Vittori, che aggiunge: «Se un “Presepe” simbolo per eccellenza di fede, amore e pace, gratuitamente donato a una chiesa da un suo fedele, deve trasformarsi in una contesa di dannosi personalismi, non capisco più quale sia il ruolo di persone che predicano amore, perdono, collaborazione e poi agiscono in modi ben diversi, senza alcun rispetto per un prezioso dono ricevuto e senza la volontà di accettare un confronto per una giusta soluzione».
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