Imprese di provata eccellenza (IPE), nuove competenze e un badge per andare oltre la crisi

È l’ultimo dei progetti nati dalla collaborazione tra Artser e Versione Beta, rispettivamente società di servizi e scuola di formazione di Confartigianato Varese

confartigianato generiche

Puntare sulle persone per dare forza alle aziende e dar loro una marcia in più sul mercato. Reagire alla crisi attraverso il peso delle competenze certificate, acquisite con corsi di formazione appositamente studiati per restituire a coloro che li frequentano e alle relative aziende un reale, e misurabile, valore aggiunto.

IPE, acronimo di Imprese di provata eccellenza, è l’ultimo dei progetti nati dalla collaborazione tra Artser e Versione Beta, rispettivamente società di servizi e scuola di formazione di Confartigianato Varese, ed è molto di più che un “pacchetto” di nozioni messe insieme per generare un upgrade dell’imprenditore e dei suoi collaboratori. IPE è un percorso studiato per combinare conoscenze, competenze e autorevolezza e renderle plasticamente all’occhio sempre più attento del cliente, che ormai cerca nell’interlocutore professionale non solo il buon impianto economico ma anche qualità e riconoscibilità.

«La riconoscibilità è nel dna di IPE, che si rivolge in questa prima fase al settore impiantisti (termoidraulici ed elettrici) ma si propone, in seguito, di estendere le potenzialità a tutti i comparti che caratterizzano il tessuto imprenditoriale del territorio» spiega Umberto Rega, responsabile di VersioneBeta e della formazione per le imprese, che non dimentica la crisi che ha colpito il comparto casa e guarda al progetto Imprese di provata eccellenza come all’opportunità di “scalare” la concorrenza nell’ambito delle riqualificazione spinte dal super ecobonus 110%.

colombo e rega
da sinistra: Umberto Rega e Mauro Colombo

«Volevamo stare dalla parte delle imprese con qualcosa che non fosse teoria, o peggio resistenza di retroguardia, ma azione, propositività e addirittura assalto benefico al mercato» continua Rega, che presenta il plus di IPE e del badge che consegna nelle mani delle imprese un’arma da sfoderare sul ring della competitività.

«Confartigianato, con Artser e VersioneBeta ha inserito in IPE i migliori corsi e i migliori partner tecnici (università e imprese del settore) e ha messo in opera un sistema che attesta la formazione e le competenze sviluppate nei percorsi formativi non obbligatori che rientrano nel progetto: il tratto distintivo degli obiettivi raggiunti dall’azienda è il Badge IPE, con il QR code collegato al Registro online delle Imprese di Provata Eccellenza, che permetterà alle aziende di essere sempre riconosciute e identificate come tali dai clienti». Due sono gli anni di validità del badge. Poi dipendenti e imprenditori dovranno rientrare nel percorso formativo, perché il mondo del lavoro e del fare impresa viaggia troppo veloce per permettersi il lusso di restare fermi troppo a lungo.

Un lasso di tempo troppo lasco finirebbe per far viaggiare i professionisti sulla corsia d’emergenza a dispetto di concorrenti lanciati su quella di sorpasso, «e sappiamo che nessuno può permettersi questo lusso» argomenta Rega. «Dando valore alle persone, e dando loro un attestato del quale andare fieri, imprimiamo nel cuore dell’azienda un elemento distintivo di valore in grado di dare “peso” anche al fattore economico». Perché, ormai il concetto è smarcato, il saper fare si paga. Prosegue Umberto Rega: «IPE è progetto, ed è un badge che si rifà al mondo degli open badge: non è una certificazione di qualità o una attestazione tradizionale, ma un documento elettronico subordinato al superamento di prove teoriche e tecniche a fine corso».

I percorsi sono semestrali e il metodo che verrà utilizzato nelle aule (anche virtuali, nel rispetto di tutte le norme anti-Covid) è quello delle neuroscienze, sperimentato da quattro anni in VersioneBeta con riscontri da massimo voto con lode. «Ogni anno sono previste attività di mantenimento delle competenze tramite sessioni di aggiornamento con workshop, seminari, webinar esclusivi e visite aziendali. Alla scadenza – ricorda il titolare della formazione di Artser – l’azienda verrà sottoposta ad attività di verifica per il mantenimento del badge».

Il QR Code sarà la porta d’accesso del repository che, sul sito Confartigianato Artser, conterrà l’elenco delle IPE. Ed è qui che “atterrerà” il cliente che sceglierà di dare uno sguardo al profilo formativo e di competenze del professionista al quale intende affidare la propria casa o l’immobile al quale mettere mano.

«Un’operazione trasparenza alla quale crediamo fortemente, specie nel momento storico che più di tutti poggia i suoi tratti distintivi sulla digitalizzazione e la chiarezza». «IPE è dunque un progetto, è un badge, ma è anche una comunità che condivide la spinta al raggiungimento di nuove competenze e alla loro condivisione, allo scambio di opinioni, punti di vista e stimoli professionali: è un luogo nel quale trovare una unità di intenti professionale stimolante e nel quale cercare soluzioni per migliorare il proprio fare impresa» conclude il direttore generale di Confartigianato Artser Mauro Colombo.
E si parte. Perché il tempo della formazione, oggi, stringe.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Novembre 2020
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